Spread non tornerà ai livelli shock di fine 2011 secondo analisti

 Lo spread Btp-Bund è tornato a far parlare di sé quando questa mattina il valore del differenziale ha sfiorato 294 punti base, portando l’asticella del rendimento del titolo di stato italiano decennale momentaneamente sopra il 4,5%. In realtà, già ieri era avvenuto un brusco rialzo dello spread a 286 punti in un clima di negatività per il sistema-Italia, che aveva portato l’indice azionario FTSE MIB a perdere il 4,5%. Stamattina l’allarme spread è rientrato, ma a questo punto è chiaro che gli investitori tendono ad alzare la guardia in vista delle prossime elezioni in Italia.

In realtà, secondo il Wall Street Journal e il Financial Times il balzo dello spread e le vendite sulla borsa italiana sono da additare alle promesse elettorali fatte da Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere pronto a varare una manovra per restituire il denaro versato dai contribuenti per l’Imu sulla prima casa nel corso del 2012. La coalizione di centro-destra continua a recuperare teerreno nei sondaggi, tanto che ormai il distacco dal centro-sinistra è sempre più ristretto.

Secondo gli esperti è molto probabile che alla fine possa venir fuori una debole maggioranza in parlamento, che rischierebbe di impedire la messa in atto delle riforme necessarie per continuare sulla strada del consolidamento fiscale come chiesto dall’Europa. Lo spread torna così a ballare, anche se dai top intraday di 293,8 è avvenuta una repentina discesa fin sotto 280 punti base. Secondo Mario Monti, candidato per la coalizione di Centro, lo spread è destinato a salire in caso di vittoria di Berlusconi.

Tuttavia, secondo la maggior parte degli analisti finanziari, anche in caso di forte incertezza politica e di aumento del rischio ingovernabilità, lo spread Btp-Bund non dovrebbe tornare sui livelli shock di 575 punti base toccati nell’autunno del 2011 o sopra 530 punti come avvenuto a luglio scorso. Secondo Tommaso Federici di Banca Ifigest, in caso di formazione di una forte maggioranza lo spread scenderà a 200 punti base; di converso, una debole maggioranza potrebbe far tornare lo spread a 350 punti, ma l’Italia non dovrebbe rischiare di chiedere aiuti esterni.

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