Spread sopra 350 dopo scontro verbale Monti-Berlusconi

 Apertura positiva per Piazza Affari, che sale dello 0,64% a 15452 punti dopo che ieri aveva sperimentato una perdita del 2,2% all’indomani della decisione di Mario Monti di rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio. Sul mercato secondario dei titoli di stato resta alta l’allerta sullo spread Btp-Bund, che attualmente quota poco sopra 350 punti base. Ieri il differenziale di rendimento tra Btp e Bund a dieci anni è volato fin sopra 360 punti. Stamattina tiene banco il duello verbale tra Monti e Berlusconi sul futuro dell’Italia e dell’Europa.

Monti ha dichiarato che i singoli governi nazionali non possono fare a meno dell’Europa. Senza l’appoggio europeo, le tempeste finanziarie sconvolgerebbero i “paesini” e i “mercatini” nazionali che si troverebbero a soccombere di fronte ad altre potenze economiche. Dal canto suo Silvio Berlusconi sembra sempre più orientato ad una campagna elettorale all’insegna del populismo. Il cavaliere ritiene che lo spread sia solo un “imbroglio”.

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Berlusconi ha dichiarato che di spread “non si era mai sentito parlare, se ne sente solo parlare da un anno”. Monti, invece, dà molta importanza alla reazione dei mercati alle vicende politiche e tende a valutare spesso il suo operato in base all’andamento dello spread, anche se gli indicatori dell’economia reale sono decisamente depressi. Secondo Monti era impossibile far crescere l’Italia e contemporaneamente salvarla da un destino greco. Il costo del salvataggio del paese, che circa un anno fa era a un passo dal baratro, è stata la recessione e l’austerità. Monti ha poi lanciato una frecciatina a Berlusconi, affermando che c’è chi presenta soluzioni “un po’ magiche” ai cittadini.

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Monti è preoccupato dall’aumento dello spread, ma spera che i mercati si accorgano presto che l’Italia non è senza governo. Monti ha poi allontanato le dicerie relative a presunti complotti di forze occulte che remano contro l’Europa. Il premier uscente ha dichiarato che gli investitori asiatici e americani chiedono un’Europa più stabile e la loro domanda di Europa è in costante aumento.

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