Azioni segmento STAR resistono alla crisi

 Le azioni delle Pmi italiane quotate sul Segmento Titoli ad Alti Requisiti (STAR) sembrano avere le caratteristiche giuste per resistere alla crisi dei mercati e gli incrementi della volatilità. Il road show annuale di Londra, dalla durata di tre giorni, metterà in mostra le aziende del segmento STAR quotate sull’Lse-Borsa Italiana davanti agli occhi dei grandi investitori. Le aziende quotate su questo segmento devono rispettare una serie di condizioni, come fatturato inferiore al miliardo di euro, corporate governance e trasparenza. Il road show è al suo 12-esimo anno.

Luca Peyrano, responsabile europeo dei primary markets di Lse-Borsa Italiana, evidenzia che sono stati effettuati più di trecento incontri, con un aumento del 20% rispetto al 2011, con ben 41 case di investimento, di cui almeno 30 sono angolosassoni. Ciò conferma l’interesse degli investitori stranieri per le aziende italiane del segmento STAR. Peyrano fa notare che il 90% degli investitori istituzionali nel capitale di queste società sono esteri.

Dodici anni fa la quota di investitori stranieri non superava il 30%, mentre quattro anni fa sfiorava il 70%. Il dato mostra il crescente interesse dei capitali esteri per questo segmento, che tra l’altro ha mostrato un rialzo del 9% superiore a quello totalizzato finoraa dall’indice azionario principale di borsa italiana, ovvero il FTSE MIB. Inoltre, negli ultimi nove anni il segmento STAR ha guadagnato il 60% in più dell’indice FTSE MIB.

Oggi le imprese quotate allo STAR sono 67, ma non ci sono ulteriori listing in vista. In calo la presenza alla City londinese: 32, mentre nel 2007 erano 45. Le aziende del segmento STAR più ricercate e apprezzate sono Astaldi, Interpump, Ima, Zignago Vetro, Eurotech e Sabaf. Il punto chiave del successo delle aziende STAR è il rispetto di alcuni rigidi criteri di corporate governance, che in pasato veniva considerata come un punto debole della Corporate Italia. L’ultimo aggiornamento in tal senso è stato effettuato nel 2011 e ha allineato l’Italia ai best practice internazionali.

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