Autostrade, c’è accordo: Benetton sotto il 10%

Dopo tante ore spese, due anni di attesa e un Consiglio dei Ministri infuocato e lunghissimo è arrivato l’accordo: Aspi ha accolto, da quanto espresso, tutte le condizioni richieste dal Governo, che porteranno Benetton sotto il 10%. Come viene riportato da fonti governative, se non verranno rispettati gli impegni sarà revoca.

Subito mandato a ministeri competenti per transizione

È stato reso noto che Aspi avrebbe inviato ben quattro lettere al Governo attraverso le quali ha accolto man mano tutte le richieste e di conseguenza il Consiglio dei Ministri ha poi dato mandato al ministero dell’Economia e delle Finanze e a quello delle Infrastrutture di definire i dettagli della transazione con Aspi.

Tutto ciò porterà a controllare l’uscita di Benetton dalla società in modo graduale e a poter creare un accordo nuovo su tutti gli aspetti della convenzione: importante, l’interlocuzione di Cassa Depositi e Prestiti che entrerà da quanto deciso come socio di maggioranza, dovrà iniziare entro il 27 luglio. Non è stata cancellata, come anticipato, l’opzione revoca che dovrebbe decadere se Aspi e quindi Atlantia, rispetteranno tutte le richieste.

Va sottolineato: la posizione di Giuseppe Conte è rimasta ferma ed è la stessa dei giorni scorsi in alcuni punti ritenuti vitali: il taglio delle tariffe autostradali, la modifica dell’articolo 35 del decreto Milleproroghe che riduce da 23 a 7 miliardi l’indennizzo in caso di revoca, la manleva per sollevare lo Stato dalle richieste risarcitorie legate al ponte Morandi e il diritto di recesso, per il futuro, in caso di gravi inadempienze del concessionario risarcendo solo gli investimenti non ammortizzati.

Benetton disponibili a passo indietro

I Benetton si sono detti disponibili allo scorporo di Autostrade rispetto ad Atlantia, all’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti e in Aspi e alla quotazione in Borsa: un atteggiamento che ha di fatto sbloccato la situazione. Ma che avrebbe mandato su tutte le furie, il ministro dell’Agricoltura Bellanova e M5S che vorrebbe subito un’uscita completa dei Benetton dalla società.

Qualcosa che non coincide affatto con i tempi previsti per la conclusione del processo che potrebbe durare dai sei mesi a un anno e in due fasi. La prima vede CDP entrare con il 51%  dando il via allo scorporo che porterebbe la famiglia Benetton tra il 10 e il 12%, soglia sotto la quale non si entra in consiglio di amministrazione. Poi vi sarebbe la seconda con la quotazione in Borsa che dovrebbe portare a una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci.

Una soluzione da perfezionare ma precisa nella sua organizzazione.