Come guadagnare nell’era dello spread

 L’agenzia di rating Fitch ha affermato che l’andamento dello spread non deve essere una variabile-chiave per valutare i rischi di un investimento a lungo termine. Lo spread è diventato negli anni della crisi del debito sovrano nell’eurozona uno degli indicatori più popolari e seguiti dagli investitori internazionali per avere un’immediata fotografia del sentiment del mercato. Tuttavia, secondo Fitch, lo spread non è un termometro dell’economia ed è possibile fare lo stesso buoni guadagni anche se imperversa la crisi dei Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna).

L’agenzia di rating ha condotto una simulazione con un portafoglio di titoli di stato, costruito in base alla eprcentuale del debito a novembre 2009 dei Piigs: 61% bond pubblici italiani, 20% spagnoli, 10% greci, 5% portoghesi, 4% irlandesi. Lo studio degli esperti di Fitch ha preso in esame tre possibili comportamenti degli investitori. Nel primo si considerava l’uscita da una posizione-paese e il reinvestimento nei più sicuri Bund tedeschi in caso di superamento di 500 punti base relativamente allo spread “benchmark” (ad esempio spread Btp-Bund o Bonos-Bund).

SALVATAGGIO CIPRO APPROVATO DALL’EUROGRUPPO

Il secondo scenario era quello relativo all’ipotesi di un taglio del rating al di sotto della soglia “investment grade” e infine il terzo scenario ipotizzato era il mantenimento delle posizioni senza modifiche al portafoglio. La simulazione è stata condotta su un arco temporale di tre anni, dal 31 dicembre 2009 al 31 dicembre 2012: nel primo caso avveniva l’uscita completa dai Piigs tra marzo 2010 e maggio 2012. Nel secondo caso sarebbe avvenuta un’uscita solo da Grecia (gennaio 2011) e Portogallo (novembre 2011).

SLOVENIA A RISCHIO DEFAULT

L’ultimo scenario, quello più da cassettista, avrebbe causato perdite in conto capitale a causa della ristrutturazione del debito greco (passivo del 60% circa rispetto al valore iniziale). Nel primo caso sarebbe avvenuta una perdita del 12,2%, nel secondo un guadagno del 4,5%, nel terzo un profitto del 2,3% nonostante l’haircut sui titoli greci. Fitch ha poi condotto un’analisi parallela sull’intera area euro (tranne la Germania, che è il paese benchmark): anche qui emerge che l’investimento avrebbe generato un profitto via via più basso in base alla soglia di abbandono.