Il caso Volkswagen in Borsa spiega molto bene l’assurda situazione creata dal mercato dei derivati

 Il caso del titolo Volkswagen, che in due sedute ha guadagnato il 220%, trascinando con se il listino di Francoforte fino al + 11,6% , e arrivando per pochi minuti ad essere la prima societa al mondo per capitalizzazione, è emblematico per dimostrare ancora una volta che gran parte dei movimenti recenti dei mercati azionari non è spiegabile solo con il peggioramento delle condizioni macro, ma anche e soprattutto con gli eccessi degli strumenti derivati. Volkswagen guadagna il 530% dall’inizio dell’anno senza alcuna motivazione apparente di tipo fondamentale. Secondo gli esperti a guidare la folle corsa del titolo degli ultimi giorni ci sono solo ragioni tecniche. Fatto scatenenate della bagarre intorno al titolo è stata l’annuncio dell’intenzione di Porsche a sorpresa di arrivare a controllare il 75% del capitale di Volkswagen. Ciò significa che al 42% già posseduto aggiungerà le azioni che derivano dall’esercizio di tutte le opzioni d’acquisto in circolazione (corrispondenti a un altro 31,5% del capitale), costringendo gli intermediari a chiedere la consegna delle azioni Volkswagen.

Il mercato non si aspettava una mossa del genere. Se consideriamo che il Land della Sassonia possiede un altro 20% del capitale, emerge che di fatto il flottante in Borsa è ridotto a un modesto 5%. E’ quindi molto probabile, se non certo, che improvvisamente molti investitori speculativi che hanno venduto allo scoperto (ovvero senza detenerle) azioni Volkswagen per sfruttare il pessimo momento del mercato auto si trovano oggi costretti a comprare azioni a qualsiasi prezzo. Morgan Stanley stima che lo scoperto ammonti a 10 miliardi di euro. Un’altra notizia che dà la misura delle follie di questi giorni arriva dalla California. Il Sole 24 Ore riporta che un fondo hedge avrebbe perso l’85% in un sol giorno sul titolo della casa automobilistica tedesca, perché costretto a smontare tutte le posizioni sui derivati per restituire immediatamente i fondi alla banca finanziatrice. Per inciso il fondo era stato inserito nella lista dei migliori dalla rivista Barron’s. Ecco perchè da un fatto singolare come questo si capisce a quale livello di incontrollabile follia erano arrivati i mercati finanziari dei derivati.

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