Stellantis spedisce email a 15 mila suoi dipendenti, invitandoli a pensare al proprio futuro. E anche a intraprendere la strada dell’esodo volontario.
La comunicazione di Stellantis
Un approccio che non ci stupisce, ma che nemmeno ci aspettavamo così diretto. Invece il gruppo ha spedito questa comunicazione proponendo l’adesione a un piano dedicato. Questa offerta di fuoriuscita volontaria dal lavoro dipende ovviamente dall’accordo sindacale firmato nel luglio del 2023 che prevedeva circa 2 mila esodi volontari entro il 2024.
Da quel che è stato ricostruito dai media, la email è stata inviata lo scorso venerdì ed ha rappresentato una sorpresa per i lavoratori. I quali non era stati informati prima e sono rimasti sia stupiti che preoccupati.
Stesso stupore presentato anche dai sindacati, che hanno sottolineato la preoccupazione per l’approccio scelto dal gruppo. Dato che questa modalità non solo non è stata accompagnata da una corretta comunicazione ma anche dal negare ai lavoratori una libera scelta.,
Stellantis si è infatti rivolta con la sua email ai lavoratori forti, ovvero a quelli che per età e anzianità di servizio non dovrebbero avere problemi a trovare un altro lavoro. L’incentivo proposto potrebbe arrivare oltre i 50 mila euro per chi decide di accettare. Questi hanno tempo fino al 31 dicembre per accettare o meno la proposta.
Le ragioni di Stellantis per questa mossa sono legate al bisogno di rivedere la propria struttura organizzativa in base al mercato. Non dobbiamo dimenticare che il gruppo è partito con un piano di investimento sui veicoli ibridi ed elettrici pari a 30 miliardi di euro. Uno schema nuovo che necessita di personale organizzato, qualificato e specializzato in modo diversi.
Nessun licenziamento previsto
Stellantis ha anche sottolineato che non licenzierà e che i posti di lavoro che verranno liberati saranno poi riassegnati a trasferimenti interni o nuove assunzioni. È stata poi confermata l’intenzione di mantenere la produzione in Italia.
Si sussurra che a prescindere dal parere dei sindacati già 500 persone sarebbero favorevoli a questa buonuscita offerta. Le firme hanno ovviamente chiesto maggiori garanzie. Basta pensare alla chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco e l’annuncio di vendita online della fabbrica per avere paura nonostante le rassicurazioni.
I gruppi hanno inoltre richiesto maggiori investimenti per la formazione e l’aggiornamento dei lavoratori. In questo modo le figure professionali necessarie potrebbero essere recuperate direttamente dall’interno. Insomma, questo piano di uscite volontarie non convince troppo le parti sociali che avrebbero voluto uno strumento differente e meglio calibrato.
Soprattutto per non mettere in difficoltà soprattutto i lavoratori più anziani.