Sembra vicina per Lukoil l’acquisizione di una buona partecipazione in Repsol

 OAO Lukoil, la maggiore compagnia petrolifera non statale della Russia, potrebbe acquisire una partecipazione per una cifra superiore ai 6,3 miliardi di dollari nella spagnola Repsol YPF SA, al fine di estendere i suoi investimenti nell’area del Mediterraneo. La Repsol, principale società della Spagna per quanto riguarda la produzione petrolifera, ha tratto beneficio da tale annuncio, guadagnando circa 2,3 punti percentuali alla borsa di Madrid e chiudendo a quota 13,91 euro. La partecipazione viene valutata pari a 5 miliardi di euro, anche se i vertici della Lukoil hanno preferito non commentare. La società russa possiede già alcune raffinerie in Bulgaria e Romania: il direttore generale Vagit Alekperov ha anche concluso un accordo lo scorso giugno secondo cui si impegnava al pagamento di 1,35 miliardi di euro per l’acquisto di una partecipazione in Italia con la ERG spa. Alcuni analisti di JPMorgan Chase & Co. e di ING Groep NV hanno espresso il loro scetticismo sul fatto che la Lukoil possa affrontare un altro acquisto di questo tipo.

 

Alex Kantarovich, che è proprio uno di questi analisti economici, e precisamente di JPMorgan, ha così commentato l’indiscrezione:

Le condizioni attuali e il valore della partecipazione rendono a nostro avviso improponibile e rischiosa qualsiasi trattativa.

Lukoil ha perso circa 4,6 punti percentuali, chiudendo a quota 778,74 rubli, al Micex Stock Exchange, la borsa di Mosca.

 

Tra l’altro, la compagnia russa detiene anche 1,9 miliardi di dollari in debiti e prestiti che matureranno entro la fine del 2008. Le obbligazioni di Lukoil sono previste in calo e scenderanno a 609 milioni di dollari nel 2009 e a quota 525 milioni di dollari nel 2010. C’è anche da precisare che proprio la scosa settimana, OAO Gazprom, azienda russa specializzata nell’esportazione di gas naturale, aveva annunciato di non essere interessata a una partecipazione nella Repsol, mentre il governo spagnolo aveva fatto sapere di essersi opposto a qualsiasi contatto con una compagnia di proprietà statale.

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