Come evitare la speculazione sugli spread secondo Robert Shiller

 Robert Shiller, 66 anni, è uno dei pionieri della finanza comportamentale, ovvero la disciplina che sposa finanza e psicologia. Attualmente insegna alla Yale University ed è diventato famoso grazie al libro “Esuberanza Irrazionale”, dedicato alle bolle speculative e di recente aggiornato anche con la bolla immobiliare scoppiata nel 2007. Shiller, che aveva previsto già la bolla internet del 2000 e quella dell’immobiliare del 2008, ha dei suggerimenti per i policy makers per fronteggiare la speculazione e mettere al riparo i paesi maggiormente indebitati.

Come risolvere il delicato problema del debito pubblico italiano, ormai vicino ai 2mila miliardi di euro? Shiller suggerisce l’emissione dei cosiddetti “trill”, ovvero azioni rappresentative dell’economia del paese. In un’intervista rilasciata a CorrierEconomia, l’economista ritiene che “i governi dovrebbero emettere i trill, titoli azionari rappresentativi di un trilionesimo della loro economia misurata con il prodotto interno lordo”. Si tratterebbe di titoli perpetui, con dividendi e quotazioni legate all’andamento dell’economia.

Secondo Shiller, “se l’Italia avesse i trill invece dei Btp non sarebbe sottoposta allo stress dello spread, perché non dovrebbe continuamente rifinanziarsi con nuove emissioni”. Secondo l’economista di Yale, gli americani comprerebbero senza alcun timore i titoli italiani, in quanto il paese ha dietro di sé una storia di successi per cui “comprare un pezzo della sua economia sarebbe una scommessa di lungo termine sul suo futuro”. Shiller fa sapere di aver già presentato l’idea dei trill a Londra alla Bank of England, ma anche ad alcuni membri della Casa Bianca e al governo canadese.

Shiller ritiene che all’inizio i trill dovrebbero essere adottati solo dai paesi con economie più mature, come Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e quelli della zona euro. Shiller suggerisce di “provare a organizzare un’asta e vedere come va l’esperimento”. I trill potrebbero essere poi comprati da chiunque, sia investitori istituzionali (soprattutto i fondi pensione) che i piccoli risparmiatori.

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