Dopo l’accordo con FIAT, Chrysler attende ora il prestito dal governo USA

 Chrysler LLC ha ospitato presso il proprio quartier generale di Auburn Hills (Michigan) i dirigenti di FIAT Spa, tra cui il direttore generale Sergio Marchionne, in vista del possibile accordo tra le due compagnie automobilistiche. L’azienda statunitense ha anche annunciato di voler tagliare i prezzi per quanto riguarda gli ordini delle varie componenti e di voler cedere le proprie azioni alle banche e ai prestatori, al fine di ottenere delle consistenti riduzioni nelle obbligazioni dei prestiti. Il prossimo 17 febbraio è prevista la presentazione da parte di Chrysler di un rapporto al governo statunitense: la società americana potrà così conformarsi ai termini previsti per i 4 miliardi di dollari di prestito. Chrysler ha richiesto al governo americano circa 7 miliardi di dollari, in quanto dovrà dimostrare di aver fatto progressi per quanto riguarda il ritorno alla profittabilità. Come è noto, la scorsa settimana FIAT ha concluso un accordo per l’acquisto di una partecipazione del 35% proprio in Chrysler per ottenere uno scambio reciproco di tecnologia sulle utilitarie.

Si attende il voto del Senato USA per approvare il salvataggio di GM e Chrysler

 Il dibattito in seno al Congresso statunitense riguardo al salvataggio finanziario del settore automobilistico sta assumendo i contorni di una corsa contro il tempo. La Camera statunitense ha votato la scorsa notte l’approvazione dei prestiti di emergenza per General Motors Corp. e Chrysler LLC con 237 voti favorevoli su 407: ora l’attenzione è rivolta alle votazioni del Senato, dove l’opposizione repubblicana minaccia di far ritardare l’approvazione della legge. John Dingell, esponente democratico del Michigan, ha così commentato la situazione:

Senza questi importanti “prestiti ponte” c’è il rischio di incorrere nella più catastrofica crisi che il paese abbia conosciuto dai tempi della Grande Depressione.

La portavoce della Camera, Nancy Pelosi, ha lanciato una sfida ai senatori, affermando di non essere disposta a tornare a nuove discussioni nel caso il Senato dovesse far passare una differente versione del piano.

 

La legge in questione dovrebbe permettere a GM e Chrysler di attingere a ben 14 miliardi di dollari di prestiti, al fine di mantenere attiva la loro operatività: se non ci fosse tale sostegno, le due compagnie dichiarerebbero molto probabilmente bancarotta già a partire dalla fine di questo mese. Le aziende automobilistiche potrebbero ora essere costrette a dichiarare bancarotta se il cosiddetto “car czar” (lo zar dell’auto) venisse nominato dal presidente George W. Bush per supervisionare il programma.