E’ in arrivo una nuova stretta da parte della Bce. Un rialzo dei tassi di interesse che anche questa volta sarà pari a 75 punti base, come già accaduto lo scorso mese. Una mossa necessaria per combattere l’inflazione.

E’ in arrivo una nuova stretta da parte della Bce. Un rialzo dei tassi di interesse che anche questa volta sarà pari a 75 punti base, come già accaduto lo scorso mese. Una mossa necessaria per combattere l’inflazione.

Pensando all’approccio della Bce all’attuale situazione economica potremmo dire senza aver paura di sbagliare, che il suo presidente Christine Lagarde sia sul piede di guerra. Ovvero è pronta a tutto in caso non sia solo l’inflazione a disturbare il contesto economico europeo.

La Fed si sta comportando come un falco con i tassi di interesse ma è la prima a pensare che a un certo punto sarà necessario rallentare con l’aumento dei tassi d’interesse. Non bisogna dimenticare che il rischio è quello di avere a che fare, se non si fa la giusta attenzione, con una possibile recessione.

La Bce ha alzato i tassi d’interesse dello 0,50%, portando quello principale a 0,50%, quello sui depositi a zero e quello sui prestiti marginali allo 0,75%. È stato l’istituto a dare la notizia alla conclusione della riunione del consiglio direttivo.

Lo scudo anti-spread aiuterà a rialzare i tassi e non sarà un impedimento: così è intervenuta la presidente della Bce Christine Lagarde nel suo intervento di Sintra. Quello che alcuni ritengono essere un ostacolo è in realtà una precondizione necessaria.

La BCE sarebbe pronta a rivedere la stretta monetaria che sembrava essere decisa a portare avanti, almeno nelle tempistiche e la motivazione risiederebbe nei meccanismi economici scattati per via dell’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina.

La BCE è costretta a fare ora i conti con l’incertezza della guerra: l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina rimescola le carte in tavola e potrebbe concedere alla banca centrale di muoversi in modo differente da quello preventivato.

La BCE, nella sua revisione semestrale in merito alla stabilità finanziaria, ha sottolineato come quella europea potrebbe essere a rischio a causa di alcune problematiche nel settore finanza che potrebbero continuare a influenzare la situazione sul lungo periodo.

Bond di Stato come in guerra per finanziare la ripresa del nostro paese e il Recovery Fund: è questa la proposta del presidente della Consob Paolo Savona, nel suo discorso tenuto durante l’incontro annuale con il mercato finanziario trasmesso in streaming. Un’idea che si avvicina molto a quella degli economisti Francesco Giavazzi e Guido Tabellini.

Quello che si svolgerà oggi sarà l’ultimo consiglio della Bce che Mario Draghi presiederà: ma considerare questa riunione come una mera occasione di addio per quello che presto diventerà l’ex governatore della banca centrale europea sarebbe un’errore. Oggi Draghi sarà chiamato ancora una volta a difendere le sue scelte in materia di politica economica.

Sono tante le voci che si rincorrono relative ai possibili cambiamenti che la BCE potrebbe proporre nella tanto attesa riunione di giovedì: quella che spicca in modo considerevole è quella relativa all’abbandono dell’obiettivo del 2% d’inflazione.

La BCE spiega di essere pronta ad intervenire con strumenti adeguati per poter spingere la crescita ed il raggiungimento dei livelli di inflazione tali a non far cadere l’Europa in recessione: è questo il messaggio principale presente nel bollettino diffuso dall’istituto.

Non si può cantare vittoria sull’inflazione: per quanto un’accelerazione ci sia stata è troppo presto per abbassare la guardia. E’ questo in generale il messaggio di Mario Draghi che ne approfitta per confermare sia la fine del quantitative easing a dicembre e per sottolineare che i tassi di interesse rimarranno invariati fino all’estate 2019.

Economia Stati Uniti: possibile periodo di recessione? E’ una domanda che iniziano a porsi molti analisti, soprattutto in virtù delle decisioni che il presidente Donald Trump sta prendendo per ciò che concerne i dazi. E non solo. L’ultimo siparietto con il premier inglese Theresa May ha fatto storcere più di una bocca.
