Euro sotto il dollaro, cosa accadrebbe?

Cosa accadrebbe se l’euro cadesse sotto il dollaro come valore? Dopo anni in cui l’euro è stata la moneta più forte nel cambio, la politica monetaria ed eventi geopolitici, potrebbe essere anche superato lo stato di parità attuale. Cosa significherebbe per l’economia europea?

Andamento euro da seguire con attenzione

Presso il summit della Fed di Jackson Hole, Jerome Powell si esprimerà in merito ai tassi d’interesse. Analizzando in generale la situazione mondiale non è possibile rimanere tranquilli. È stato lo stesso spettro della recessione a portare l’euro in parità con il dollaro e il fatto che sia sceso al minimo dal 2002 a 0,991 dollari porta a riflettere per forza. Anche se dopo le dichiarazioni del membro del board bce Fabio Panetta che ha richiesto prudenza per quel che concerne la politica monetaria l’euro è prima risalito poi si è messo nuovamente in parità.

Questo è ovviamente segnale che le cose non si sono sistemate. E che l’Europa deve comunque fare attenzione.

Dobbiamo parlare quindi ancora di deprezzamento e comprenderne le motivazioni. È ovvio che l’euro faccia fatica perché il dollaro è stato rafforzato dalla politica monetaria della Federal Reserve, che sui tassi ha deciso d’iniziare un percorso di risalita netto e aspro. Questo porta a rendere più conveniente possedere dollari: fattore che attira gli investitori che fanno salire la valuta in apprezzamento.

Le conseguenze di questo cambio

Anche la Bce ha iniziato ad aumentare i tassi d’interesse ma in generale quel che sono i piani a lungo termine non risultano abbastanza chiari da rinforzare la valuta unica. Anzi. Questa incertezza è dovuta in parte alla necessità di evitare che si instauri una crisi del debito sovrano nei Paesi più indebitati dell’Eurozona. Motivo per i quali i differenziali dei tassi rimangono a favore del dollaro e l’euro si ritrova nella situazione attuale. E’ vero allo stesso tempo che anche la crisi energetica ci mette di suo.

Un euro basso rende più appetibili le transazioni fuori Europa sostenendo le esportazioni. Fattore che potrebbe fare quasi da cuscinetto su quello che potrebbe essere l’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Ma che al contempo, soprattutto per le famiglie si traduce in un aumento dei costi legati dall’inflazione e questo relativamente ai soldi necessari per importare determinati prodotti scambiati in dollari.

È inutile girarci intorno: il potere di acquisto non è più lo stesso, dato che gli aumenti salariali non seguono l’inflazione o la politica economica. E questo avrà il suo peso anche sul turismo e sull’acquisto di determinati beni, non più convenienti come prima.