Bundesbank: Italia deludente
Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, rimprovera l’Italia di aver deluso le attese che i tedeschi avevano riposto nel nostro paese e nelle riforme.
Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, rimprovera l’Italia di aver deluso le attese che i tedeschi avevano riposto nel nostro paese e nelle riforme.
A margine della pubblicazione dei dati, nella nota conclusiva, l’Istituto di Statistica recita un breve ma significativo messaggio positivo.
Ryanair “lavora” di più, ma incassa di meno, e la colpa è della debolezza della sterlina, valuta principale di riferimento insieme all’euro per la compagnia
Le famiglie pagheranno 342 euro in più all’anno per le spese correnti, ma questo è il dato più alto da tre anni a questa parte.
Lo spread tra i bond tedeschi e quelli italiani torna sotto i 180 punti, precisamente a 178, e il governo si appresta a rispondere in senato sul bilancio.
Le borse non sono affatto entusiaste dell’andamento economico d’oltreoceano, e Milano perde il 2,2%, Francoforte e Londra lo 0,75%, e Parigi lo 0,8%.
In Messico si è scatenato il patriottismo che ha portato le sue conseguenze finanziarie sul made in USA del paese. Via al boicotaggio.
La Borsa di New York continua a volare e a segnare records, mentre Piazza Affari non riesce a decollare, e oggi perde lo 0,7%.
Francesco Profumo ha dichiarato “pazienza” e “non interferenza nella gestione del gruppo assicurativo”, un modo per far freddare gli entusiasmi.
Oggi il gruppo triestino ha risposto con un acquisto dei diritti di voto nella banca pari al 3%. Si difende così il colosso assicurativo.
Era solo una formalità, al neo-presidente Trump bastava un semplice decreto legge, ma l’ordine esecutivo di oggi, segna l’inizio del Trumpismo.
E alla fine il Trumpismo è arrivato, con l’insediamento di ieri, e nonostante i mercati si erano dimostrati finora fiduciosi, ieri hanno chiuso piattamente.
BCE prima riunione annuale: stimolo della liquidità, attraverso i QE e l’acquisto delle obbligazioni, e tassi di interesse, non saranno cambiati.
Tutto si giocherà sull’entità del protezionismo che il neo-presidente vorrà applicare per dare seguito al suo programma. Una guerra valutaria è probabile.