Eni avviso di garanzia per corruzione per Paolo Scaroni

 L’amministratore delegato del Cane a Sei Zampe, Paolo Scaroni, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia per corruzione internazionale nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta tangente che la controllata Saipem avrebbe pagato per ottenere grossi appalti in Algeria. Il numero uno del gruppo Eni ha ribattuto affermando di essere totalmente estraneo alla vicenda. Intanto, però in borsa le azioni Eni sono crollate del 4,62% a 17,33 euro, scendendo sui minimi più bassi da oltre due mesi. Poche ore dopo la notizia battuta dall’Ansa, la società energetica ha diffuso un comunicato.

Sono state rilasciate poche righe, ma significative. Nel comunicato si legge che la società, dopo aver preso atto dell’estensione delle indagini a Eni e all’ad Scaroni, ribadisce la sua totale estraneità alle vicende oggetto di indagine dichiarandosi pronta a collaborare con la magistratura per far luce sul caso. Un po’ come successe quando esplose il caso tangenti in Algeria di Saipem nel novembre scorso, Eni si dice pronta alla massima cooperazione.

SAIPEM, IN FUMO 3,4 MILIARDI IN UN GIORNO

Saipem è controllata al 42,9% da Eni, ma ha indipendenza operativa e gestionale. La società leader mondiale nell’engineering and construction ha una dipendenza dai contratti Eni a meno del 10% del fatturato. Ieri in borsa Saipem ha brillato, chiudendo la seduta con un progresso del 5,26% a 21,8 euro. La bufera su Saipem portò alle dimissioni dell’amministratore delegato Pietro Franco Tali (poi sostituito da Umberto Vergine) e alla sospensione cautelare di Pietro Varone, chief operating officer dell’area engineering&construction. Lo scandalo portò anche all’allontanamento di Alessandro Bernini, chief financial officer di Eni e con un passato in Saipem.

SAIPEM: PROFIT WARNING 2012-2013

I magistrati milanesi contestano a Scaroni l’incontro, avvenuto a Parigi, con Farid Nourredine Bedjaoui, molto vicino al ministro algerino dell’Energia, che viene indicato dagli inquirenti come l’intermediario delle presunte tangenti pagate da Saipem. I magistrati non hanno ancora convocato il numero uno di Eni per ascoltare il suo racconto sulla vicenda. Intanto, ieri le fiamme gialle hanno perquisito la casa meneghina di Scaroni e sono arrivati negli uffici milanesi e romani di Eni.

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