Fiat rimane in Italia: voi ci credete?

 Fiat rimane in Italia. Almeno, per ora. L’amministratore delegato del gruppo auto ha infatti annunciato che l’azienda ha intenzione di rimanere all’interno dei confini nazionali, privilegiando pertanto l’export e programmando investimenti da realizzare “solo con la ripresa”. Il tutto, a margine di una negoziazione durante oltre cinque ore, nelle quali l’esecutivo da una parte, e il management dell’azienda torinese, hanno avuto modo di parlare sulle intenzioni di rimanere o meno sul territorio tricolore.

Alla fine delle cinque ore di colloquio è arrivato un comunicato congiunto in cui la società guidata da Sergio Marchionne ha ribadito la propria intenzione di salvaguardare la propria presenza sul mercato italiano grazie alle esportazioni negli Stati Uniti e in altre aree al di fuori del continente europeo.

“La casa torinese” – commentava poco fa l’edizione online de Il Giornale riassumendo le decisioni cui si è arrivati durante il dialogo con il governo (attesi invece altri colloqui con i sindacati) – “sosterrà le difficoltà dell’Eurozona con gli utili prodotti nei “nuovi” mercati. Tuttavia, dopo aver abbandonato il piano “Fabbrica Italia” che prevedeva un maxi investimento da 20 miliardi di euro in Italia, la Fiat si riserva di investire “nei nuovi prodotti al momento più idoneo”, quando cioè il mercato automobilistico del Vecchio Continente sarà finalmente uscito dalla recessione. Nel frattempo il Lingotto continuerà a sviluppare un modello di export teso a incrementare la capacità degli impianti italiani. Proprio per sostenere questo piano, diventerà centrale (se non fondamentale) la creazione di un gruppo di lavoro al dicastero dello Sviluppo Economico per individuare gli strumenti per rafforzare ulteriormente le strategie di export del settore automotive”.

Fiat ha inoltre ribadito che negli ultimi tre anni sono stati investiti più di 5 miliardi di euro in Italia, e che per il momento non vi saranno altri investimenti. Di contro, Marchionne si sarebbe impegnato a non chiedere aiuti al governo, ma “un sostegno per la produttività e una maggiore competitività”.

Vedi anche l’analisi S&P su Fiat.

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