La crisi finanziaria e le possibili conseguenze per i piccoli risparmiatori. Siamo in una botte di ferro?

 In queste settimane non passa giorno che non arrivino notizie più o meno preoccupanti in merito allo stato dell’economia o in merito alla solidità di alcune banche. Ultime in ordine cronologico sono state le parole pronunciate ieri dal presidente della Banca Centrale Europea che ha sottolineato il forte rallentamento della crescita in Europa. Negli ultimi giorni inoltre abbiamo visto che non sono solo le banche americane quelle esposte al rischio fallimento. E quindi giusto domandarsi quali conseguenze potrebbe subire il sistema italiano e in ultima analisi quali sono i rischi che corre il piccolo risparmiatore. Per rispondere a questa domanda è necessario guardare l’attuale situazione da più punti di vista, divideremo quindi tra conseguenze dirette e conseguenze indirette.

Le possibili conseguenze dirette. Il rischio che in linea teorica può correre il piccolo risparmiatore che abbia un conto corrente presso una banca è il fallimento della banca stessa. Ma non è assolutamente il caso di farsi prendere dalla paura. Come ha sottolineato anche il presidente dell’Abi (associazione banche italiane), le banche italiane sono state più prudenti rispetto a quelle americane nella gestione dei rischi e la loro situazione patrimoniale è decisamente più solida. Anche Unicredit, caduta in borsa nei giorni scorsi, ha sottolineato di avere una liquidità pari a 10 volte quella minima ritenuta accettabile. Ci sono poi altri tre buoni motivi per stare tranquilli. Il primo è la volontà dimostrata dalle istituzioni italiane (governo e Banca d’Italia) di evitare fallimenti. Il secondo è la forza dimostrata dal sistema bancario nel suo complesso, se una banca dovesse fallire vedrebbe quasi sicuramente comprata da altre banche (come successo negli Stati Uniti) senza conseguenze per i titolari dei depositi. Terzo motivo è la presenza in Italia di un fondo interbancario a tutela dei depositi; istituito nel 1987 questo fondo garantisce i depositi fino a 103’000 euro e scatta nel momento in cui una banca diventa insolvente (eventualità che abbiamo visto essere davvero remota). E’ comunque importante mantenere i nervi saldi senza lasciarsi prendere dalla paura. Se tutti i piccoli risparmiatori corressero a ritirare le somme depositate creerebbero enormi problemi alle banche, rendendone concretamente possibile anche il fallimento.

Le conseguenze indirette. Più concrete sono le possibilità che i piccoli risparmiatori vengano danneggiati in modo indiretto. Prima di tutto questa crisi sta portando sconvolgimenti sul normale andamento del tasso Euribor, con conseguenze negative per chi è titolare di un mutuo a tasso variabile. Verrà poi danneggiato chi abbia trasferito il proprio TFR a fondi pensione azionari, questo per le forte perdite che le borse hanno recentemente subito. Infine questa crisi finanziaria sta determinando un rallentamento generale della crescita economica, cosa che danneggia un po’ tutti senza colpire direttamente nessuno.