Ubi Banca chiuderà in perdita l’ultimo trimestre 2012

 Ieri sera Ubi Banca ha comunicato il dato definitivo del piano esodi incentivati, a seguito del raggiungimento dell’accordo con i sindacati avvenuto nel novembre scorso. Le uscite anticipate saranno 736, che avverranno entro i primi sei mesi dell’anno in corso. Grazie al taglio dei costi Ubi Banca risparmierà 107 mlioni di euro, ovvero il 4,7% degli attuali costi totali della banca. La stima precedente era più bassa, a 100 milioni di euro. Gli oneri una tantum, invece, sono stimati a 141 milioni di euro, qualcosina in più rispetto ai 130 milioni stimati in precedenza.

Alla fine del prossimo giugno avverrà un nuovo incontro con i sindacati per valutare la fattibilità delle restanti 184 richieste di uscite volontarie. Se l’ipotesi di uscita dovesse concretizzarsi, i costi one-off ammonterebbero a circa 35 milioni di euro con un risparmio di costi che a regime dovrebbe poi raggiungere i 27 milioni di euro. Grazie al nuovo piano di riorganizzazione dell’istituto, Kepler ritiene che Ubi Banca possa avere 70 milioni di euro di risparmi sul costo del personale nel 2013 e di 115 milioni di euro nel 2014.

PIL ITALIANO CROLLA DEL 2,2% NEL 2012

Kepler continua a ribadire la propria raccomandazione sul titolo a “hold” (tenere le azioni in portafoglio) con prezzo obiettivo fissato a 3,9 euro. Oggi in borsa le azioni Ubi Banca mostrano una flessione dell’1,1% a 3,58 euro, con minimo intraday finora a 3,556 euro. Nell’ultimo mese il titolo ha perso quasi il 9% alla borsa di Milano. Il 21 gennaio scorso era riuscito a superare quota 4 euro, ma da quel giorno è avvenuto un costante calo delle quotazioni fin sotto 3,5 euro.

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Secondo Banca Akros, “i costi one-off della ristrutturazione spazzano via quasi il 40% dell’utile ante-imposte dei primi 9 mesi del 2012 e quindi dovrebbero portare a una perdita netta nel quarto trimestre”. La merchant bank del gruppo Bpm ha tagliato la stima sul dividendo a 0,05 euro da 0,07 euro per azione. Tuttavia, il broker ha ritenuto opportuno aumentare il target price a 4 euro dalla precedente valutazione di 3,3 euro. Il rating, invece, resta sempre “hold”.

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