JP Morgan indagata per scommesse vietate sui derivati

 Continuano le indagini federali sulle attività di trading della banca d’affari americana JP Morgan. La Commodity Futures Trading Commission (CFTC), cioè l’organismo di controllo sul mercato dei contratti derivati, sta provando a stringere il cerchio sulle attività speculative del colosso finanziario a stelle e strisce per capire se ci sono effettivamente gli estremi per far scattare le accuse formali di truffa contro la banca e i suoi trader. Qualche settimana fa la banca aveva denunciato perdite miliardarie a seguito di scommesse azzardate effettuate da alcuni trader, in particolare dall’ufficio londinese capitanato dalla ormai dimissionaria Ina Drew.

Grazie alla riforma finanziaria Dodd-Frank, la CFTC ora può indagare non solo sul mercato dei contratti futures ma anche sul gigantesco mercato dei derivati, stimato nell’ordine dei 300.000 miliardi di dollari. Nel mirino della CFTC sono finiti soprattutto i credit default swap (CDS), cioè contratti derivati over-the-counter (cioè non standardizzati) simili ad una polizza assicurativa che permettono di proteggersi dall’eventuale fallimento dell’emittente (stato sovrano o azienda). I CDS sarebbero alla base del buco di circa 5 miliardi di dollari di JP Morgan, in quanto utilizzati per scopi speculativi piuttosto che per semplice copertura dei rischi.

RISCHIO DERIVATI JP MORGAN DA 100 MILIARDI

Intanto, JP Morgan è stata anche multata per 30.000 dollari dal CME Group per operazioni speculative vietate sui contratti futures al New York Mercantile Exchange (Nymex) relative a 10 “wash trade” avvenute nel 2011. Si tratta di compravendite con se stessi (cioè con lo stesso dealer dagli opposti lati della transazione) e un trader della banca di origini nigeriane, Ebele Emelumadu, è stato multato di altri 10.000 dollari.

RISCHIO DERIVATI SUI MERCATI FINANZIARI

I funzionari della CFTC hanno già richiesto alla banca americana tutte le e-mail e le documentazioni relative alle comunicazioni tra i trader sulle attività di trading sui derivati, in particolare quelle del CIO (Chief Investment office) di Londra. Intanto, il 13 giugno Jamie Dimon – presidente e amministratore delegato di JP Morgan – sarà ascoltato dalla Commissione bancaria del Senato, mentre il 19 giugno sarà la volta della Commissione sui servizi finanziari della Camera di Washington. Da inizio maggio il titolo JP Morgan Chase & Co. ha perso il 35% alla borsa di New York.

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