Anche nelle piazze asiatiche regna l’euforia per il piano USA

 Non è stata solamente Wall Street ad aver reagito con euforia al piano di salvataggio bancario promosso dall’amministrazione Obama al fine di rilevare gli assets tossici; si è registrato infatti anche un forte rialzo da parte della Borsa di Tokyo, in cui l’indice Nikkei 225 ha guadagnato ben 3,32 punti percentuali, raggiungendo quota 8.488,30 punti. C’è da sottolineare che tale rialzo ha permesso all’indice giapponese di recuperare in totale circa 17 punti percentuali nell’ultimo mese, dopo che era stato raggiunto il peggior livello dal 1982. Comunque, il Tokyo Stock Exchange deve ancora riprendersi dai consistenti cali del 2008 e il suo valore è ancora sotto del 4,4% in questi primi tre mesi del 2009.

 

I listini asiatici continuano a volare sulla scia dei rialzi dei titoli pubblici

 La Borsa di Tokyo e gli altri principali listini asiatici stanno concludendo questa settimana di scambi con forti rialzi, soprattutto a causa dell’ottimismo nutrito dagli investitori per le misure anti-crisi, volte a far ripartire l’economia mondiale. L’indice Nikkei, ad esempio, si è attestato vicino a quota 8.000 punti, uno dei livelli più alti dal mese di febbraio; le ultime tre sedute dell’indice, hanno portato quest’ultimo a un rialzo di 10,43 punti percentuali. Anche le altre borse del continente asiatico e del Pacifico hanno però beneficiato del maggiore ottimismo sui mercati. In particolare, crescono Seul e Sidney, con aumenti superiori ai tre punti percentuali, mentre si è dimostrata più cauta Singapore.

I mercati asiatici continuano ad essere in difficoltà: in calo bancari e materie prime

 I titoli asiatici hanno subito dei bruschi cali, portando l’indice di mercato regionale al suo livello più basso da cinque anni a questa parte. Una delle peggiori performance è stata sicuramente quella di Nomura Holdings Inc., la più grande società di intermediazione del Giappone, la quale ha perso ben 8,4 punti percentuali a seguito della vendita di una partecipazione da 3.1 miliardi di dollari. Non è andata certamente meglio a PetroChina Co., la principale compagnia petrolifera cinese, che ha subito un calo del 4,7% alla borsa di Hong Kong, a causa, in particolare, dell’andamento altalenante del greggio. C’è anche da sottolineare il rallentamento di Baoshan Iron & Steel Co., società specializzata appunto nella produzione di acciaio, la quale ha perso 3,8 punti percentuali immediatamente dopo l’annuncio di UBS AG secondo cui i produttori avrebbero sovrastimato la domanda.

Dopo il crollo della borsa giapponese, arrivano le dimissioni del ministro Nakagawa

 Ci sono già le prime conseguenze del forte ribasso subito dalla borsa di Tokyo, la quale ha chiuso con una forte perdita dell’1,35%, il livello più basso degli ultimi tre mesi: il ministro delle Finanze Shoichi Nakagawa si è infatti dimesso dal suo incarico, dopo la discussa conferenza stampa nel corso del G7 di Roma, in cui è apparso confuso e, come dicono in molti, ubriaco. Il nuovo titolare del ministero giapponese sarà ora Kaoru Yosano, il quale detiene già l’incarico di ministro delle politiche economiche. Nakagawa ha però voluto precisare che intende portare a termine l’esame parlamentare del bilancio statale di previsione come ultimo atto da ministro: non sono comunque bastate le difese e le protezioni mostrate nei suoi confronti dal premier nipponico Taro Aso (i due sono alleati nello stesso partito, il Liberal Democratic Party o Jiminto come viene chiamato in Giappone).

Calendario festività 2008/2009

 CALENDARIO FESTIVITÀ 2008/2009:

Venerdì 05 Dicembre After Hour mercato italiano chiuso;

Lunedì 08 Dicembre After Hour mercato italiano chiuso;

Lunedì 22 Dicembre After Hour mercato italiano chiuso;

Martedì 23 Dicembre After Hour mercato italiano chiuso;

Mercoledì 24 Dicembre Borsa Italia, IDEM, EUREX e XETRA chiusi;
mercato CHI-X chiusura anticipata ore 14:00;
mercato USA aperto regolarmente;
mercato CME cambi chiusura ore 19:15;
mercato CME indici chiusura ore 19:15;
mercato CME Crude Oil chiusura regolare;

Giovedì 25 Dicembre chiusi tutti i mercati;

Con la vittoria di Obama giù le borse europee ma per gli analisti il nuovo presidente farà bene alle Borse mondiali

Barack Obama ha vinto le presidenziali americane ed è il nuovo presiedente degli Stati Uniti d’America. Mentre le borse asiatiche hanno reagito positivamente alla vittoria del candidato democratico negli Usa, con gli indici che sono balzati ai massimi da tre settimane, sui mercati d’Europa prevale, invece, la debolezza con i maggiori titoli in forte calo (Francoforte -2,08%, Parigi -2,68%, Londra -2,47%). Anche a Milano Piazza Affari è negativa, con gli indici in ribasso di oltre l’1%. Nel dettaglio l’S&P/Mib perde l’1,15%, il Mibtel cede lo 0,86% e le All Stars sono in ribasso dell’1,14%.  A livello settoriale, soffrono soprattutto le banche con Intesa Sanpaolo che segna un -2,28%, Mediolanum che cala dell’1,18% e Unipol in discesa dello 0,29%. Seduta negativa anche per la borsa americana.

La settimana inizia bene: i mercati salgono, ma si attendono conferme dai mercati monetari e dalle trimestrali

 Questa settimana si apre con un rialzo dei mercati asiatici: l’indice MSCI asia-pacific ex Japan è salito dell’3,72%, il Nikkei ha guadagnatoil 3.6%, l’Hang Seng di Hong Kong il 4,3%. A determinare i rialzi è la presa di coscienza che le attuali valutazioni dei titoli sono particolarmente basse e riflettono aspettative forse troppo pessimistiche sugli utili per il medio periodo. Gli interventi dei governi, ultimo in ordine cronologico quello da 130 miliardi di dollari della Corea del Sud, stanno avendo effetto e aumenta a convinzione che il peggio della crisi potrebbe essere alle spalle. In rialzo però anche i titoli di Stato, segno che rimane alto il numero di investitori che preferisce ancora i titoli a basso rischio. Tra le altre notizie segnaliamo il dato sul PIL cinese nel terzo trimestre: da luglio a settembre l’economia cinese è cresciuta ad una velocità del 9% annuo, segnando rallentamento superiore alle aspettative. Intanto i mercati europei aprono con un netto rialzo, ma è presto per dire se questa tendenza resterà confermata nell’arco di tutta la seduta.

La recessione spaventa i mercati. Una sintesi dei dati provenienti dagli USA

 I mercati tornano a crollare. La scorsa settimana il rischio era di trovarci nel mezzo a una paralisi dei mercati del credito, oggi i dati macroeconomici ci fanno intuire di essere di fronte ad una probabile recessione. I dati sulle vendite al dettaglio, lo stato dell’industria a New York, il beige book della FED sono stati i fattori che hanno portato di nuovo pessimismo mettendo in ombra tra le altre cose i buoni risultati di JPMorgan, Coca Cola e Intel, nonchè l’ulteriore calo dei tassi interbancari; un discorso a parte merita l’inflazione. Sembra ormai troppo tardi per evitare la recessione.

Si esaurisce il rimbalzo. Negli USA e in Asia in mercati tornano a scendere, preoccupa la crescita

 Torna il segno meno sui mercati azionari dopo le sedute negative negli Stati Uniti e in Asia. Gli sforzi delle istituzioni per mettere fine all’emergenza finanziaria non hanno portato nuovi rialzi. Negli USA Henry Paulson ha annunciato misure per la ricapitalizzazione del settore bancario, dando quindi avvio al piano B.  Il Tesoro degli Stati Uniti spenderà 250 miliardi di dollari per comprare azioni delle principali banche del paese, seguendo così il percorso di rafforzamento patrimoniale delle banche portato avanti dai paesi europei. In Giappone invece la banca centrale ha promosso una forte azione di sostegno ai mercati, mettendo a disposizione liquidità a breve termine in misura illimitata alle società che ne facessero richiesta . Come anticipato ieri i mercati sono tornati a concentrarsi sulle prospettive dell’economia e sui profitti delle società, con le sedute dominate dalle preoccupazioni per la capacità di spesa dei consumatori.