Prezzo argento, continua la fase di debolezza

Prima parte di 2014 decisamente altalenante per il prezzo dell’Argento. In rosso del 36% nel corso del 2013, quello che è stato definito l’oro dei poveri nei primi due mesi dell’anno ha capitalizzato, spingendosi a livelli che non si vedevano da fine ottobre, il ribilanciamento degli indici settoriali innescato proprio dal sell-off registrato l’anno scorso.

Jp Morgan, consiglia di modificare il portafoglio di investimenti

La banca d’affari Jp Morgan am, uno tra i principali player nel settore degli investimenti nel mondo, impegnato in Italia sul fronte del risparmio gestito dice di spostarsi dai Titoli di stato ed equilibrare azioni e bond  scegliendo i fondi bilanciati per investire. Lorenzo Alfieri, responsabile per l’Italia dell’asset manager americano, descrive così la situazione: “Nell’ultimo anno le principali Borse hanno valicato i propri massimi storici: investire in azioni è un’idea ritenuta vincente da molti esperti ma è chiaro che le valutazioni, almeno sui mercati che hanno macinato tanti record non sono in saldo”.

Previsioni La7 secondo Urbano Cairo

Il neoproprietario della rete televisiva La7, Urbano Cairo, inizia a prevedere il futuro della compagine. Salvo clamorosi dietrofront e negazioni da parte dell’Authority, il patron di Cairo Communication dovrebbe pertanto prendere il timone del potenziale terzo polo televisivo, ex Telecom Italia. Ma quali sono le previsioni del nuovo acquirente nei confronti dell’oggetto del proprio desiderio?

Btp da comprare secondo Jp Morgan AM

 Nonostante la crisi economica continui a rappresentare una grave minaccia per il futuro dei paesi europei, da un punto di vista strettamente finanziario le grandi case di investimento iniziano ad apprezzare gli sforzi compiuti da molti paesi della periferia continentale, coma Italia e Spagna, dal lato delle riforme strutture e delle misure di consolidamento. Se fino al primo semestre dell’anno le grandi banche americane non volevano sentir parlare di investimenti in asset denominati in euro, oggi sono più attive che mai.

Spagna in recessione

 Nessuna sorpresa; la Spagna entra ufficialmente in recessione e finalmente si valutano misure con questo presupposto, ora definitivo. Il primo trimestre del 2012 si archivia come l’ultimo del 2011, ovvero con una contrazione del PIL dello 0,3%, comunque inferiore alle attese (che prevedevano un -0,4%).

Il prodotto interno lordo è sceso dello 0.4% su base annua mentre le previsioni lo davano a -0,5% e così commentano gli analisti di Radobank:

Il Pil della Spagna si è contratto su base trimestrale dello 0,3%, un dato di poco superiore alle attese, che però sancisce l’entrata in recessione dell’economia spagnola

Risultati aste titoli di Stato Aprile 2012

 La tensione nell’Eurozona finisce per coinvolgere anche quei Paesi che sono ancora lontani dal rischio default e l’andamento dei collocamenti dei titoli di Stato ha poi effetti ad area nell’Unione Europea, nel bene quanto nel male.

L’Italia ha collocato durante la giornata di oggi 2,5 miliardi di euro di CTZ con scadenza nel 2014 ad un tasso di interesse medio del 3,355% (vicino al precedente 2,353%). Il bid-to-cover si attesta in ribasso a 1,80 rispetto al precedente 1.86 di marzo, anche se i buoni sono stati collocati nel loro importo massimo previsto.

Emissione BOT CTZ e BTP€i di Aprile 2012

 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha disposto per il prossimo 26 aprile l’asta di Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza semestrale. Verranno collocati buoni a 184 giorni di scadenza (31/10/2012) per un importo complessivo di 8,5 miliardi di euro, sottoscrivibili in partite da minimo mille euro (e multipli). Nella data di regolamento, previsto per il 30 aprile, verranno a scadere buoni ordinari del tesoro per 9.350 milioni di euro. Il Ministero ci aggiorna inoltre nel comunicato stampa sulla circolazione al 16 aprile scorso, pari a 165011,566 milioni di euro così ripartiti; 13.500 milioni di euro flessibili, 6.500 milioni di euro trimestrali, 53.434 milioni di euro semestrali e 91.577,566 milioni di euro annuali.

Rendimenti titoli di Stato in forte calo

 Da un estremo all’altro. L’ennesima prova che sul mercato finanziario non si può mai essere tranquilli ed i dubbi sono praticamente continui, arriva dal mercato dei titoli di Stato che riaccende la questione sul rendimento degli stessi. Tutte le aste degli ultimi mesi hanno trovato una controparte ottima a fronte di un’offerta nella media e per questo motivo la tensione sul mercato MOT si è allentata. Si sono ridotti i rendimenti che a ben guardare sono quasi dimezzati per i titoli più a lunga scadenza e lo spread con il Bund è rientrato a livelli accettabili (ed il Governo si è preso il merito).

Ma se prima gli investitori erano restii a comprare Bot e BTP italiani per il rischio default  del Paese (pur potendo beneficiare di rendimenti interessantissimi), ora il problema che potrebbe sbarcare sul MOT è l’esatto opposto; con i titoli annuali al 2.39% lordo, quelli trimestrali a 0.492% lordo è facile che gli investitori non siano più attratti dalla sicurezza dei titoli di Stato italiani e mirino quindi a girare la liquidità in altre forme di investimento.

L’inflazione di gennaio si attesta sul +3,2% annuo

 L’Istat ha provveduto a diffondere gli ultimi dati definitivi che si riferiscono allo scorso mese di gennaio; ebbene, secondo quanto rilevato dall’istituto statistico, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic) è aumentato di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Se invece si effettua un confronto con lo stesso periodo del 2011, allora ci si accorge che questo stesso riferimento ha subito un rialzo del 3,2%. Che cosa era successo di preciso a dicembre? Volendo essere più precisi per rinfrescare la memoria, si può ricordare che l’inflazione in quel periodo aveva fatto segnare una crescita dello 0,4% sul mese precedente, mentre l’incremento annuo era stato pari a 3,3 punti percentuali.

Le condizioni economiche degli over 65 in Italia

 Avere più di sessantacinque anni nel nostro paese di questi tempi non comporta molti vantaggi dal punto di vista economico: è questo quanto emerge chiaramente dalla seconda indagine nazionale sulla condizione sociale degli anziani in Italia, un rapporto che è stato condotto da Auser. In pratica, secondo quest’ultima associazione, la terza età sta ricevendo sempre di meno dal punto di vista finanziario, con un ruolo nella società che si è progressivamente ridimensionato. Si tratta della conseguenza principale della depressione economica vissuta dal paese, la quale ha delle ricadute non solo su giovani e donne, ma anche sugli anziani appunto, i quali sono costretti a sopportare delle pessime condizioni di povertà.

Kraft sfida Ferrero nel mercato francese

 Kraft e Ferrero stanno per accendere una rivalità davvero forte all’interno del mercato francese: il celebre colosso alimentare è intenzionato a sfidare i produttori della Nutella in una nazione in cui la presenza italiana è molto forte, con il gruppo piemontese che può addirittura vantare una consistente fetta del settore (l’84% per la precisione), anche a causa della mancanza di concorrenti adeguati. La multinazionale americana pensa di poter ridurre questa quota e la sfida verrà lanciata verso la metà del prossimo mese con un prodotto che è già stato introdotto nel nostro paese, “Philadelphia con Milka”, una crema al cioccolato che tenterà di far ingolosire più francesi possibili.

Peugeot e General Motors pensano all’alleanza strategica

 Secondo le indiscrezioni diffuse dal quotidiano economico francese La Tribune, Psa Peugeot Citroen e General Motors avrebbero avviato delle trattative piuttosto serrate per una alleanza strategica: la fonte ufficiosa ha messo in luce come ormai le discussioni siano entrate nella fase finale, anche perché stanno durando ormai da diversi mesi. Dopo la pubblicazione dei risultati finanziari di Psa lo scorso 15 febbraio, il presidente Philippe Varin ha sorpreso un po’ tutti per il suo discorso privo di riferimenti economici e senza alcuna visione strategica capace di dinamizzare dei team che sono potenzialmente demoralizzati. Tra l’altro, la famiglia Peugeot, la quale detiene il 30,9% del capitale della joint venture in questione e il 48,3% dei diritti di voto, dovrebbe avallare un accordo che ha tutte le caratteristiche di un forte squilibrio.