Amazon nei guai con Antitrust Europeo?

Amazon nei guai con l’Antitrust Europeo? Sembrerebbe proprio di si, visto che la Commissione europea annunciato accuse formali contro il retailer online per uso improprio dei dati aziendali non pubblici dei venditori indipendenti.

Concorrenza a rischio secondo Antitrust UE

Un modo di agire questo con il quale otterrebbe un vantaggio sensibile per la sua vendita al dettaglio. Il provvedimento è stato annunciato dalla Commissione Antitrust nel corso di una conferenza stampa dedicata. Il tema della concorrenza è un argomento delicato, specialmente nell’Unione Europea dove si cerca di rendere possibile uno “scontro” commerciale equilibrato tra tutti i player di un settore.

Quella di Amazon è una condotta che rappresenta una diretta concorrenza nei confronti di venditori terzi. E’ inoltre partita una ulteriore indagine formale sul potenziale trattamento preferenziale delle offerte applicato da Amazon per quei venditori che utilizzano i suoi servizi di logistica e consegna. Ha spiegato la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, responsabile delle politiche per il mercato:

Dobbiamo garantire che le piattaforme con doppio ruolo di potere nel mercato, come Amazon, non distorcano la concorrenza. I dati sull’attività di venditori di terze parti non devono essere utilizzati a vantaggio di Amazon quando agisce come concorrente di questi venditori. Con l’e-commerce in forte espansione e Amazon e’ la principale piattaforma di e-commerce, un accesso equo e senza distorsioni ai consumatori online e’ importante per tutti i venditori.

Nel mirino anche il servizio Prime

A quanto pare, nel mirino vi sarebbe anche il servizio Prime,  e nello specifico la “Buy box” e la presenza dei venditori nella stessa. Il presentimento dell’Antitrust Europeo è quello che Amazon, anche in questo caso, favorisca i venditori che usano i servizi di consegna e di logistica della società: è su questo, tra le altre cose, che si baserà parte del servizio di indagine di Bruxelles.

Amazon non è rimasta zitta davanti alle accuse della Commissione Europea e da Seattle ha respinto in pieno tutte le accuse, sottolineando di essere “in disaccordo con le affermazioni preliminari della Commissione Ue e di voler continuare a fare tutti gli sforzi necessari per un’accurata comprensione dei fatti“.

Nel caso dovesse essere riconosciuta colpevole, la sanzione a carico di Amazon potrebbe arrivare al 10% del ricavato annuo, che in base al bilancio 2019, sarebbe pari a 28 miliardi di dollari. Dal canto suo la compagnia di Jeff Bezos sottolinea di essere uno degli interlocutori più attenti alle piccole imprese a livello mondiale e di aver lavorato da sempre per supportarle e non per affossarle con la sua presunta egemonia.