Petrolio vittima illustre del Coronavirus

Il petrolio è una delle prime vittime “illustri” del Coronavirus: sebbene sia presto per comprendere quale sia il vero impatto dell’epidemia sull’economia, l’andamento dei prezzi mostra come il greggio stia già risentendo dei cambiamenti del mercato derivanti dall’emergenza in corso.

Coronavirus e Petrolio, le conseguenze

Le borse negli ultimi giorni hanno mostrato qualche tentennamento ma nessun vero crollo nella fiducia degli investitori internazionali è ancora stato registrato. Il petrolio dal canto suo racconta tutta un’altra storia. È stato infatti possibile rilevare come vi sia stata una frenata nella domanda di petrolio, al quale è susseguito poi un importante calo delle quotazioni con il Brent sceso a 54 dollari e il WTI fermatosi intorno ai 50 dollari: qualcosa che starebbe costringendo l’OPEC a prendere in considerazione secondo diverse fonti a valutare un taglio a brevissimo termine della produzione di greggio di circa 500 mila barili al giorno.

L’obiettivo è quello di trovare un accordo che possa sistemare la situazione evitando il più possibile conseguenze sul lungo termine per il settore dato che anche ieri le quotazioni del greggio si sono chiuse ai minimi livelli.

Non solo petrolio a rischio

Al momento, come già anticipato, è presto per tracciare un bilancio su quelle che sono le conseguenze economiche della crisi scatenata dal Coronavirus a livello globale. Differente è la storia in Cina e nei paesi orientali dove hanno sede grandi industrie di alcuni settori. La Hyundai, ad esempio, ha dovuto fermare la produzione al momento per via della mancanza di componenti causata dal fermo delle attività relativamente all’infezione. E se la situazione non verrà risolta in breve termine non sarà l’unica a subire tale, si spera momentaneo, destino.

Per quel che riguarda l’Italia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, interrogato a riguardo nel corso della trasmissione “Quarta Repubblica” ha spiegato che il ministero segue con molta attenzione questo aspetto, ricordando che globalmente la SARS ebbe un impatto economico di “qualche decimale sulla crescita mondiale” che poi è stato riassorbito.

Non è ancora possibile, secondo i maggiori esperti del settore tracciare un bilancio generale: sono i tempi di risoluzione della crisi che detteranno l’agenda in tal senso. Come ha spiegato in questi giorni Paul O’Connor, Responsabile del Multi-Asset Team del Regno Unito di Janus Henderson Investors:

Le misure adottate in Cina per contenere il virus avranno senza dubbio un impatto significativo sull’attività economica nel breve termine. Tuttavia, esiste ancora un’ampia gamma di scenari economici plausibili per la Cina, a seconda di come il virus si evolverà. Se il tasso di infezione rallentasse nelle prossime settimane e le misure di quarantena fossero revocate, la crescita cinese potrebbe rapidamente rimbalzare, rafforzata da una serie di misure di stimolo ampiamente previste.

In caso contrario con il crescere delle limitazioni aumenterebbero anche le ricadute economiche per tutti.