Russia e Iran sono tra le promotrici di un nuovo segretariato per il controllo dell’energia

 Russia, Iran e le altre nazioni che controllano le più grandi riserve mondiali di gas naturale, hanno raggiunto un accordo per coordinare previsioni, investimenti e relazioni con i clienti, al fine di difendere i loro interessi di mercato in un periodo in cui i prezzi dell’energia sono caratterizzati da una forte volatilità. I quindici paesi membri del Gas Exporting Countries Forum, il quale ha già provveduto ad approvare una bozza di accordo a Mosca, sceglieranno come quartier generale del nuovo segretariato la città di Doha, in Qatar, vale a dire la principale fonte mondiale di equipaggiamenti di gas naturale liquefatto.

 

I paesi consumatori occidentali sono però preoccupati dalla nascita di questa sorta di “OPEC del gas”, la quale ricalca fedelmente il modello dell’OPEC. I produttori dovranno affrontare una sfida nei confronti del mercato, dove il 70% del gas viene ancora inviato dal gasdotto ai consumatori regionali e in cui non esiste alcun prezzo di mercato globale. Secondo Dmitry Medvedev, presidente della Federazione Russa:

Questo evento rappresenta un fatto davvero significativo per il mercato. La stabilità globale, la sicurezza energetica e il bilanciamento degli interessi tra esportatori e consumatori dipendono dall’accordo tra le nazioni esportatrici.

 

Diversamente dal petrolio, il quale viene messo in commercio a livello internazionale e non ha prezzi globali di scambio, il gas viene venduto a livello regionale, spesso attraverso la stipula di contratti tra i privati: quando esiste un prezzo di scambio, esso riflette le fluttuazioni della domanda. Nelle contrattazioni del New York Mercantile Exchange, i futures del gas naturale statunitense hanno già subito un calo importante, raggiungendo quota 5.294 dollari per milione di unità termiche britanniche: tale declino rappresenta la caduta più pesante da settembre 2006. Intervenuto al forum, il ministro iraniano del petrolio, Gholamhossein Nozari, si è così espresso:

L’unione di intenti permetterà di prevenire qualsiasi tipo di concorrenza nociva nel mercato, a tutto vantaggio delle esportazioni.

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