Più di un settore in difficoltà e crisi economica che si manifesta nelle grandi aziende come pure nei nuclei familiari: tra aiuti statali attesi (e disattesi), tra evidente fatica nel tirare fino a fine mese da parte di è costretto a vivere con buste paga molto più leggere accade tuttavia che si scopra un settore a cui la crisi non ha fatto neppure il solletico.
Stiamo parlando del mercato del falso e della contraffazione che, al contrario, pare aver registrato un’impennata verso l’alto. I dati sono di Confesercenti, l’analisi appare cristallina: per più di un motivo – economico, sociale e culturale – la contraffazione ha fatto man bassa anche in tempi di difficoltà e – semmai – si è giovata proprio della crisi per incrementare il proprio giro di affari.
Estesa a quasi tutti i settori manifatturieri, la contraffazione muove in Italia un giro di denaro pari a 7,8 miliardi di euro l’anno. Il settore in assoluto più colpito è quello della moda (che da solo concrentra il 60% degli affari) nel quale si riesce a griffare – con falsi evidenti – di tutto; seguono a ruota il settore della cosmesi, dell’elettronica, dei medicinali e dei giocattoli.
La Guardia di Finanza ha avuto il suo da fare: nei primi cinque mesi del 2009 ha sequestrato 47 milioni di pezzi contraffatti (nel 2008, stesso periodo, furono meno della metà) provocando l’arresto di 476 persone legate alle organizzazioni criminali che gestiscono produzione, stoccaggio e distribuzione. Dei 47 milioni di pezzi contraffatti, 20 milioni sono i capi falsi del settore moda, 4 milioni le opere di ingegno duplicate, 14 milioni i beni di consumo e 9 milioni i giocattoli.