La Confesercenti lamenta una eccessiva pressione fiscale

 La denuncia è stata davvero forte: Marco Venturi, numero uno della Confesercenti, si è scagliato contro i nuovi aumenti della pressione fiscale, preferendo puntare su una vera e propria spallata alla spesa pubblica per far ripartire l’economia italiana. Si è trattato di uno dei punti più interessanti della relazione del presidente all’assemblea annuale di questa confederazione. In effetti, sempre secondo il punto di vista di Venturi, ogni riforma potrebbe essere resa vana dalla continua perdita di occupazione, quindi è più che mai urgente porre un freno alla spesa. Un plauso, comunque, è giunto nei confronti della cosiddetta spending review, un intervento che viene ritenuto utile e che rappresenta un passo in avanti decisivo oltre ai soliti provvedimenti tributari.

Gli italiani guardano al 2012 con forte pessimismo

 Il pessimismo cosmico di Giacomo Leopardi ha trovato dei degni eredi: si tratta degli italiani di questo inizio 2012, i quali non nutrono delle buone prospettive economiche per il paese nel nuovo anno. Secondo quanto stimato dalla Confesercenti, il 48% degli intervistati ritiene che le condizioni finanziarie italiane siano pessime, mentre il 36% degli stessi si attende addirittura un peggioramento. Le cifre hanno messo in luce un aumento delle percentuali rispetto a un anno fa, visto che a inizio 2011 era il 33% dei cittadini che si professava così pessimista.

Confesercenti: i risparmi dell’abolizione delle province

 La mancata abolizione delle Province da parte del Parlamento ha scatenato una serie di polemiche a catena: i deputati hanno deciso in gran parte di non votare, mantenendo inalterata la struttura degli enti locali, ma c’è chi ha cercato di comprendere quali reali vantaggi economici potrebbero essere ottenuti senza di esse. Si tratta della Confesercenti, associazione che ha stimato in ben sette miliardi di euro all’anno l’ammontare che potrebbe essere risparmiato in tal senso; il risultato verrebbe ottenuto in maniera migliore trasferendo tutti i dipendenti ad altri livelli territoriali, altrimenti si andrebbe a creare un ovvio problema di disoccupazione.