Bper bilancio 2012 in rosso

 La recessione ha avuto un impatto decisivo sui conti di Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che chiude anche l’esercizio 2012 con un rosso in bilancio. Lo scorso anno l’istituto di credito emiliano ha registrato una perdita netta di 32,6 milioni di euro, che comunque è nettamente più bassa rispetto al passivo di fine 2011 di circa 270 milioni di euro. La debolezza dei conti di Bper è dovuta per lo più alla necessità di procedere con una serie di accantonamenti su crediti, applicando un approccio valutativo estremamente prudente.

In questo modo Bper ha attuato un forte aumento delle coperture sui crediti deteriorati. Ieri alla borsa di Milano il titolo Bper, quotato con il ticker “BPE”, ha perso il 3,97% a 5,08 euro. Le azioni della popolare con sede a Modena hanno toccato il minimo più basso da quasi tre mesi a 5,03 euro. Dal massimo dell’anno di 6,67 euro, toccato lo scorso 30 gennaio, il titolo Bper ha perso il 31,3%.

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Il margine di intermediazione della banca è cresciuto del 2,6% a 2,15 miliardi di euro. Il risultato di gestione, invece, è sceso del 32,4% a causa del forte aumento delle rettifiche su crediti. La politica di gestione e riduzione delle spese ha consentito al gruppo di beneficiare di una diminuzione dei costi operativi del 3% rispetto all’anno precedente. Dopo l’incorporazione di Meliorbanca nella capogruppo è andata avanti la riorganizzazione e semplificazione del gruppo Bper. Per quanto riguarda la solidità patrimoniale della banca, il Core Tier 1 ratio risulta all’8,27%. Buona la liquidità in cassa, mentre la leva finanziaria è molto contenuta.

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La banca sta soffrendo molto la fase recessiva che sta interessando l’Italia, come sottolineato anche dall’amministratore delegato Luigi Odorici. Il problema maggiore per Bper è il peggioramento della qualità del credito, a causa delle difficoltà delle piccole e medie imprese. Inoltre, non bisogna dimenticarsi che la banca ha subito l’effetto negativo del terremoto in Emilia-Romagna del maggio scorso. Odorici, assieme al management della banca, ha ritenuto più opportuno adottare una politica molto prudente nella valutazione del credito e negli accantonamenti.

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