Mario Draghi, governatore della BCE rassicura sul rialzo dei tassi: la Banca centrale europea gestirà nel migliore modo possibile e con pazienza quello che sarà questo specifico passaggio al fine di non creare scompenso alle singole economie.

È previsto un ulteriore rialzo dei tassi a luglio. Le parole di Christine Lagarde, presidente della Bce, non lasciano spazio a dubbi. Per quel che
La Fed ha aumentato i tassi di interesse dello 0,25% come era stato annunciato. Per la banca centrale americana si tratta del decimo incremento consecutivo.
Mario Draghi, governatore della BCE rassicura sul rialzo dei tassi: la Banca centrale europea gestirà nel migliore modo possibile e con pazienza quello che sarà questo specifico passaggio al fine di non creare scompenso alle singole economie.

La Fed ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati al momento: una soluzione che la banca centrale statunitense considera temporanea. Almeno è quello che si è compreso dalle parole di Jerome Powell, il quale nonostante tutto, è apparso ottimista in merito alla salute dell’economia americana.

La Fed non sorprende ed una Janet Yellen troppo cauta rispetto a quello che ci si aspettava non dà la giusta spinta alle borse europee che aprono tutte deboli ed in calo. L’aumento dei tassi di interesse è avvenuto di un quarto di punto come ci si aspettava.

 Moody’s ha deciso di correre il rischio, probabilmente le agenzie di rating che potrebbero diventare “nemiche giurate” del nostro paese saranno presto due: dopo i ferri corti con Standard & Poor’s, infatti, anche la società americana in questione è pronta a declassare la valutazione del credito italiano, attualmente attestata su un giudizio pari ad Aa2, il quale identifica ancora un’ottima affidabilità degli investimenti finanziari. A pesare maggiormente dovrebbero essere le debolezze strutturali dello stivale e l’aumento dei tassi di interesse, due elementi fortemente penalizzanti.
Moody’s ha deciso di correre il rischio, probabilmente le agenzie di rating che potrebbero diventare “nemiche giurate” del nostro paese saranno presto due: dopo i ferri corti con Standard & Poor’s, infatti, anche la società americana in questione è pronta a declassare la valutazione del credito italiano, attualmente attestata su un giudizio pari ad Aa2, il quale identifica ancora un’ottima affidabilità degli investimenti finanziari. A pesare maggiormente dovrebbero essere le debolezze strutturali dello stivale e l’aumento dei tassi di interesse, due elementi fortemente penalizzanti.
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