Stop alle vendite allo scoperto “nude” sui titoli di stato

 A partire dal 1° novembre 2012 non sarà più possibile effettuare le vendite allo scoperto “nude” (naked) sui titoli di stato europei, ovvero i trader non potranno aprire posizioni “corte” (scommesse ribassiste) senza avere la disponibilità dei titoli. Questa regola è quella che sta catturando il maggiore interesse degli operatori del settore e sarà inquadrata all’interno della nuova normativa europea sulle vendite allo scoperto e sui credit default swap (CDS). In realtà, in Italia la Consob aveva di recente fatto già qualche passo in avanti.

Stop alle vendite allo scoperto fino al 27 luglio 2012

 La diffusione del panic selling a Piazza Affari, che ha portato l’indice azionario FTSE MIB a perdere oltre il 5% nell’intraday, ha creato forti preoccupazioni tra le autorità di borsa, soprattutto considerando che stamattina numerosi titoli finanziari sono stati sospesi per eccesso di ribasso. Così, la Consob ha deciso di reintrodurre il divieto delle vendite allo scoperto (o short selling) su una serie di titoli bancari e assicurativi quotati a Piazza Affari. Il provvedimento è giò entrato in vigore dalle ore 13,30 di oggi.

Timori per la Grecia fermano le Borse Europee

 Mentre nel medio-lungo periodo le attese per il settore bancario sono di crescita (viste le dichiarazioni di Bofa-ML) a preoccupare i listini Europei nel brevissimo periodo ci pensa il G20; il fallimento dell’incontro che diffonde le preoccupazioni per il futuro su prezzo della benzina e timori per la Grecia incide pesantemente sulle Piazze Europee che ora si trovano in territorio negativo con Piazza Affari in calo dell’1.44%.

Il quadro generale in cui gli investitori si trovano è estremamente delicato; il fallimento sul nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia che verrà vagliato tra poco cambierebbe le aspettative ed anche se è vero che difficilmente avremo un riscontro negativo sugli aiuti le probabilità di un “no” ci sono ed avrebbero conseguenze importanti sui mercati.

Fine del divieto di short selling in Borsa

 Il divieto di short selling, o vendita allo scoperto, ha cessato di esistere. Stando a quanto preannunciato da Giuseppe Vegas, presidente dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, il divieto di procedere alle vendite allo scoperto non è stato prorogato e, pertanto, gli investitori possono già da ora effettuare negoziazioni speculative attraverso la tecnica dello short selling, sintetizzabile in quelle operazioni di trading di vendita di titoli ancora non detenuti in portafoglio. 

Con lo short selling, in altri termini, l’investitore vende uno strumento finanziario del quale non ha ancora il possesso, nella speranza il prezzo del titolo possa diminuire nel corso dei minuti o delle ore successive, potendo in tal modo acquistare lo stesso a condizioni migliorative rispetto a quello di vendita.

La Consob proroga il divieto di Short Selling

 La Consob in data 29 Gennaio 2009 ha emesso la Delibera n° 16781 con la quale sostanzialmente proroga il divieto di short selling su una serie di azioni del paniere italiano. Ancora dunque, le vendite allo scoperto sono state vietate ai singoli trader, poiché considerate speculazione.
Il primo provvedimento era stato emesso alla fine del 2008 e prorogato fino al 31 Gennaio 2009. Ha funzionato? Il grafico parla da solo, non servono commenti. Le vendite, non si sono fermate assolutamente (ma se i piccoli trader non potevano vendere allo scoperto…chi lo ha fatto?). Ma il fatto ancor più grave è che i trader sono stati limitati nel loro lavoro e demonizzati come speculatori, quelli “cattivi” che questa crisi l’hanno alimentata fin dall’inizio.
Tutta colpa dei trader quindi? Sono loro che hanno affossato il mercato?
Assolutamente no.
Perché i trader vendevano allo scoperto (quando potevano)?