ISTAT: in Italia niente più lavoratori e borghesia

 Che la classe operaia stia scomparendo non è certo una novità, e anche l’ISTAT lo certifica con la pubblicazione del suo rapporto annuale sulle classi sociali. E poi la distribuzione dei redditi, che continuano ad accentuare le discriminazioni, in particolare nei confronti delle famiglie con figli e degli stranieri, le categorie più penalizzate dalla crisi. L’analisi che risulta dai dati dell’ISTAT ricostruisce i ruoli sociali, seguendo le nuove classi nate nel nuovo millennio, in cui giocano un ruolo fondamentale non solo le contingenze economiche, ma anche le nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, che stanno modificando il mercato del lavoro. A scomparire sono le professioni intermedie, mentre le classi vincenti cristallizzano la loro posizione, anche dinasticamente. Chi ha infatti la possibilità, riesce a far proseguire ai suoi figli, a stessa professione dei padri. Ed ecco che i figli dei dirigenti, sostituiscono i genitori, mentre operai ed artigiani scompaiono lentamente ma inesorabilmente. Nelle classi sconfitte inoltre, regna la perdita di appartenenza e lo smarrimento, l’isolamento e la solitudine, mentre nascono nuove classi sociali, tra cui quella degli stranieri, sempre più presente e problematica a causa della crisi economica. Chi ha la “fortuna” di avere una buona pensione, può vantare una classe sociale elevata, perché a differenza del passato, è la disponibilità finanziaria, più che il tipo di professione, a fare la classe sociale.