Finmeccanica e l’ipotesi Ipo di AgustaWestland

 Secondo alcune indiscrezioni piuttosto accreditate, Finmeccanica potrebbe risolvere molti dei propri problemi relativi al finanziamento grazie all’approdo a Piazza Affari di una società di nazionalità anglo-italiana: si tratta di AgustaWestland, la quale è celebre soprattutto per le proprie produzioni di elicotteri e che sarebbe in procinto di quotarsi. La stessa Finmeccanica sta attualmente procedendo con alcune dismissioni e la soluzione dell’offerta pubblica iniziale di un altro gruppo potrebbe essere la soluzione estrema in caso di insuccesso. D’altronde, il rating attuale dell’industria italiana non è certo dei più lusinghieri, anzi è stato ridotto fino a BBB- da Standard & Poor’s (nel pericoloso limbo tra l’affidabilità discreta e quella sufficiente) e l’outlook che si mantiene negativo.

FINMECCANICA VENDE QUOTA AVIO
Il rapporto tra il debito netto e il margine operativo lordo non è altrettanto incoraggiante, almeno secondo quanto rilevato nello scorso mese di marzo. Le dismissioni a cui si faceva riferimento in precedenza riguardano diversi assets, per un valore totale di ben due miliardi di euro, il modo ritenuto più idoneo per rafforzare il patrimonio aziendale. Le ipotesi alternative all’aumento di capitale sono inoltre molto complicate, anche perché bisogna ricordare che il 32% di Finmeccanica è rappresentato da una partecipazione statale. I business di AgustaWestland sembrano essere invece l’ideale in questo senso, a causa, in particolare, della esposizione piuttosto forte al comparto della difesa.

RISULTATI FINMECCANICA PRIMO TRIMESTRE 2012

Intanto, Finmeccanica si è affrettata a spiegare che l’unica opzione percorribile allo stato attuale delle cose è la vendita delle parti di Ansaldo Sts, Ansaldo Breda e Ansaldo Energia, visto che esistono degli impegni specifici col mercato che vanno senza dubbio onorati. La società di elicotteri è stata protagonista di un aumento dei ricavi pari a 7,4 punti percentuali lo scorso anno, con tanto di margine operativo lordo attestatosi a quota 417 milioni di euro nel confronto anno su anno e nuovi ordini vicini ai quattro milioni.

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