Banca Mps crolla in borsa su rischio derivati

 Il titolo Banca Mps è il peggiore sul listino azionario milanese FTSE MIB. Le azioni della banca senese, già sospese per eccesso di ribasso, sono al momento in calo del 5,78% a 0,2772 euro. I prezzi sono scesi fino a 0,2754 euro, sui minimi più bassi da quasi due settimane. A far crollare il titolo in borsa è la notizia, confermata dalla stessa banca senese, relativa alla motivazione della maggiore richiesta di Monti-bond rispetto al quantitativo inizialmente previsto. I 500 milioni in più richiesti dalla banca servirebbero a coprire perdite su derivati.

L’istituto bancario più antico d’Italia, oggi terzo gruppo bancario dietro Unicredit e Intesa SanPaolo, ha richiesto 3,9 miliardi di euro di Monti-bond, ma inizialmente la richiesta era stata pari a 3,4 miliardi di euro. I 500 milioni in più serviranno per coprire la perdita derivante da un derivato stipulato nel 2009 con Nomura nell’operazione Alexandria. Il cda della banca, i revisori contabili e Bankitalia avrebbero scoperto il buco solo a metà novembre scorso.

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La perdita viene stimata in 220 milioni di euro e dovrà essere contabilizzata nel bilancio 2012. Tuttavia, secondo indiscrezioni di stampa, il buco potrebbe essere maggiore e addirittura di 740 milioni di euro. Dalla banca senese è arrivata la conferma dei rumors e le rassicurazioni ai mercati. Mps utilizzerà 500 milioni di euro di Monti-bond per coprirsi dall’impatto sul patrimonio da perdite su derivati. L’operazione Alexandria sarà sottoposta all’esame del consiglio di amministrazione, presieduto da Alessandro Profumo e dall’amministratore delegato Fabrizio Viola, solo a metà febbraio prossimo.

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Dopo la valutazione degli effetti sul bilancio, Mps comunicherà ai mercati l’impatto sul conto economico e sul patrimonio della banca. L’operazione Alexandria è ora finita anche al vaglio della Procura di Siena. Il contratto sarebbe stato stipulato sotto la gestione di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Questo nuovo derivato segreto sembra, comunque, che non sia legato al portfolio di carry trade sul quale Mps aveva riscontrato inizialmente perdite per 2,9 miliardi nel terzo trimestre del 2012 (oggi il rosso dovrebbe essere sceso intorno al miliardo).

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