Quali rischi dai derivati finanziari

 Sono stati gli strumenti finanziari più discussi degli ultimi anni. Possono scatenare gravi crisi finanziarie se il loro uso non avviene in modo corretto e mettere in ginocchio banche, aziende e Stati sovrani se ne viene fatto un uso eccessivamente speculativo. Si tratta dei contratti derivati, che oggi nel mondo valgono 9 volte il pil globale. I derivati sono contratti finanziari il cui valore deriva da altre variabili sottostanti: azioni, bond, tassi, valute, commodity, indici. Sono nati come strumento di copertura dai rischi (hedging), ma ormai vengono utilizzati quasi esclusivamente per fini speculativi.

Per capire a cosa servono questi strumenti, possiamo analizzare qualche esempio. Un’azienda può comprare un derivato sui tassi per coprirsi dal rischio che il tasso di interesse di un proprio finanziamento possa salire nei mesi successivi. Un derivato su un credito (credit default swap) viene utilizzato dagli investitori per assicurarsi contro il rischio di insolvenza di obbligazioni sulle quali hanno investito: viene pagato un premio a una controparte e, in caso di fallimento dell’emittente, saranno risarciti.

COSA SONO I DERIVATI FINANZIARI

I derivati sono potenzialmente ottimi strumenti per coprirsi dal rischio. Tuttavia, negli ultimi dieci anni cìè stato un vero e proprio abuso diventando, per dirla à la Warren Buffet, “armi di distruzione di massa”. Da qualche anno ci sono sulle aziende più credit default swap (per assicurarsi da una loro eventuale bancarotta) che debiti. Ad esempio, Alcoa ha 8,8 miliardi di dollari di debiti e allo stesso tempo CDS per 26 miliardi: assicurazioni sul default superiori a oltre tre volte i debiti dell’azienda. E’ come se una persona assicurasse tre auto per furto e incendio pur avendo una sola auto.

RISCHIO DERIVATI SUI MERCATI FINANZIARI

Oggi un pugno di banche ha in bilancio derivati superiori al valore del pil mondiale: Jp Morgan 70mila miliardi, BofA ML 65mila miliardi, Citigroup 51mila miliardi. Il mercato dei derivati è ancora poco trasparente e completamente nelle mani di poche banche (quasi tutte americane). Qualche passo in avanti per una maggiore regolamentazione è stato compiuto in America, in Europa con la direttiva Emir e anche in Asia. Oggi questi strumenti, più che assicurare una copertura dai rischi, tendono a moltiplicare pericolosamente i rischi, facilitando lo scoppio di gravi crisi finanziarie.

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