Fiat, acqusisce pacchetto di maggioranza di Chrysler

Le quotazioni in Borsa italiana del titolo del gruppo Fiat, hanno raggiunto traguardi ragguardevoli dopo l’acquisto del pacchetto di maggioranza della casa automobilistica in America. 

Secondo l’analisi di Vincenzo Longo market strategist di IG ” Vola ai massimi da agosto 2011 il titolo Fiat dopo l’accordo annunciato ieri sull’acquisizione della restante quota di Chrysler ancora in mano al sindacato statunitense Veba. Si tratta di un passaggio storico di notevole importanza per l’industria italiana che permetterà alla futura azienda di competere con i big internazionali.

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Non ci stupisce la tempistica dell’accordo, arrivato durante le festività natalizie, elemento che ci aspettavamo, dopo lo slittamento dell’IPO al 2014. I vantaggi dell’operazione sono diversi, in particolare:
– il costo contenuto dell’operazione, che nel complesso prevede un esborso di 4,35 mld di dollari, più vicino al prezzo obiettivo di Fiat (4,2 mld) rispetto ai 5 miliardi richiesti da Veba;
– le modalità di regolamento, che prevedrebbero un esborso di liquidità limitata per il Lingotto (1,75 mld di dollari), la parte restante sarà ceduta sotto forma di dividendi straordinari di Chrysler;
– eliminazione dell’Ipo, che per Fiat costituiva una minaccia visto il buon andamento dei fondamentali per l’azienda di Detroit e il sentiment di mercato particolarmente favorevole che avrebbero sicuramente innalzato il costo dell’intera operazione.

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A livello di business, i vantaggi arriveranno sia dal miglioramento della struttura dei costi, attraverso l’operatività su larga scala, sia dalla possibilità di espandere i due marchi su bacini di utenza più ampi. Elementi negativi a questo accordo non ne vediamo. L’azienda torinese ha fatto sapere che la liquidità che verserà non richiederà un aumento di capitale. La mancata ricerca di capitali potrebbe però mettere l’azienda nel mirino delle agenzie di rating. Un eventuale declassamento potrebbe portare Fiat a pagare un costo più alto per il funding sul mercato obbligazionario”.