MPS-Unicredit fusione in cantiere?

Possibile una fusione MPS-Unicredit? Nessuno conferma e in tanti smentiscono: quando una voce di questo genere inizia a girare nei palazzi dell’economia, non bisogna dare per scontato che si tratti di indiscrezioni senza senso.

Contatti tra MEF e Unicredit

Quel che è certo per ora è che vi siano stati scambi di informazioni tra Unicredit e il Ministero delle Finanze in passato e che negli ultimi mesi gli scambi si siano fatti più concreti perché a essere chiamati in causa sono stati i numeri, ovvero quanto servirà allo Stato per uscire da MPS. Dal Ministero è stata diffusa una nota che spiega come siano “talmente destituite di fondamento le notizie circolate oggi intorno alla vicenda MPS“, precisando che non è stata presentata nessuna proposta a nessuno.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri negli ultimi giorni aveva sottolineato:

Stiamo lavorando e abbiamo lavorato per sostenere e rafforzare questa banca, definendo un percorso di rilancio con la commissione europea, che passerà anche per una operazione di fusione con un partner sufficientemente forte da consentirle un futuro. E ‘un percorso che può prendere diverse forme, seguiamo gli sviluppi tenendo fermo l’obiettivo strategico di rilancio.

Un piano che dovrebbe permettere a MPS di andare avanti.  Le indiscrezioni su una possibile fusione sono incominciate nel momento in cui è stata ufficializzata dal board di Unicredit la presidenza dell’ex ministro del Tesoro Piercarlo Padoan alla presidenza: non si deve dimenticare che proprio lui, nel 2016, è stato l’artefice del salvataggio della banca toscana.

Stato fuori da MPS entro 2022

Secondo quanto stabilito dagli accordi con Bruxelles, lo Stato deve uscire dal gruppo di azionisti di MPS entro il 2022: il problema? Lo scarso appeal di vendibilità della banca. Per poterla mettere sul mercato vi è bisogno di stabilire un piano di ripresa per ciò che concerne i problemi finanziari e valutare al meglio le strategie di azione tenendo conto le potenziali richieste di risarcimento provenienti dai problemi giudiziari dell’istituto relative alla gestione di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, alla guida della banca dal 2012 al 2016.

Da quel che riporta Milano Finanza, il dossier relativo a MPS sarebbe da tempo sulla scrivania di Jean Pierre Mustier: nel caso Unicredit decidesse per la fusione, si potrebbe tornare a una privatizzazione della banca in tempi “brevi”, ancor prima della fine del prossimo anno.

La conclusione in tal senso non è però così scontata: Unicredit corteggia infatti da tempo anche Société Générale, banca francese e l’italiana Banco Bpm e MPS non rientrerebbe propriamente nella strategia della banca di Mustier che preferirebbe un espansione di tipo europeo.