Per il Giappone la recessione è quasi certa, dubbi sulla politica monetaria mentre il dollaro recupera sullo yen

 Ancora brutte notizie dal Giappone: nell’ultimo trimestre l’economia nazionale è arretrata del 3% a causa soprattutto dei consumi e del calo delle esportazioni. Nel secondo trimestre dell’anno si è quindi avuta un’accelerazione verso il basso, cosa che ha stupito in quanto le attese erano per un calo annualizzato del 2,4%. Nel primo semestre invece il calo è stato dello 0,7%,  questo è il dato peggiore dal 2001, anno di recessione per l’economia giapponese. Scendendo nei dettagli possiamo dire che a soffrire sono stati in particolare i consumi, scesi dello 0,5% sia quelli delle imprese che quelli dei consumatori. I consumatori hanno poi assistito a causa dell’inflazione ad una perdita di potere di acquisto dei loro stipendi.
Inoltre le prospettive per l’anno in corso non sono buone, l’economia giapponese dipende molto da quella statunitense per le esportazioni, un calo dei consumi in USA avrebbe forti ripercussioni al di là del Pacifico. Secondo Hiromichi Shirakawa di Credit Suisse in questo momento il Giappone è nel punto più basso prima del recupero e se ci sarà una recessione, questa sarà meno grave di quella di 7 anni fa. Del cambio di primo ministro abbiamo già parlato, è utile qui sottolineare le dimensioni del debito giapponese: quasi due volte il PIL, situazione ancora più al limite di quella italiana (anche se in Italia ad onor del vero abbiamo tassi di interesse molto più alti). Restano interrogativi sulla politica monetaria da seguire:anche in questo caso (come in Europa e USA) la banca centrale è divisa tra crescita e contenimento dell’inflazione. Attualmente il tasso di interesse è dello 0,5% ed è verosimile che non venga modificato nei prossimi mesi.

Dal punto di vista valutario vediamo che da metà marzo stiamo assistendo ad un recupero del dollaro nei confronti dello yen e che gli attuali valori sono vicini a quelli di luglio. Possiamo quindi aspettarci un miglioramento delle esportazioni (almeno per quello che riguarda il fattore valutario). E’ inoltre evidente che il Giappone, a differenza dell’Europa, riesce in questi periodi a beneficiare a pieno del ribasso del prezzo del petrolio. Probabilmente gli effetti positivi sull’economia inizieranno a apparire già dalle cifre sul terzo trimestre.

photocredit: Prorealtime

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