L’Opec decide di non praticare ulteriori tagli al prezzo del greggio

 L’Opec, l’organizzazione dei principali paesi esportatori di petrolio, ha deciso di non provvedere ad alcun taglio della produzione dell’”oro nero”, ma di mantenere le attuali quote, nel rispetto delle riduzioni già adottate negli ultimi tempi. La decisione è stata presa al termine della riunione di Vienna dell’organizzazione: durante l’incontro si è anche stabilito di convocare un nuovo vertice il prossimo 28 maggio, proprio all’indomani del meeting di Londra del G20. C’è da dire che alcuni paesi facenti parte dell’Opec, tra cui l’Algeria, avevano effettuato recentemente forti pressioni per ottenere nuovi tagli, al fine di stabilizzare le quotazioni del petrolio; l’interesse in questo senso del paese africano e di molte altre nazioni è dettato dal fatto che esse sono state notevolmente danneggiate dalle fluttuazioni nel prezzo del greggio. Secondo la stessa Opec il prezzo ideale per la quotazione del greggio è di circa 70-80 dollari al barile, un prezzo che riuscirebbe a garantire il sostegno degli investimenti, per poi adottare in maniera completa i tagli decisi nei mesi scorsi.

C’è da sottolineare, in questo caso, che il 2008 ha visto l’organizzazione diminuire la produzione del greggio di ben 4,2 milioni di barili al giorno, ma che tali tagli sono stati praticati soltanto all’80%. Come detto, è l’Algeria ad essere in prima fila nella richiesta di maggiori tagli alla produzione: Chakib Khelil, ministro dell’Energia della nazione nordafricana, nonché presidente della stessa Opec, si è mostrato sicuro riguardo al fatto che i membri faranno ulteriori sforzi verso tali obiettivi, anche se non ci sono dubbi sul fatto che il prezzo del petrolio debba rimanere stabile dopo le decisioni di questi giorni.

Vi è poi la Russia a richiedere un maggior coordinamento all’interno dell’Opec per evitare eccessive turbolenze nel mercato: il paese europeo, pur non facendo parte dell’organizzazione, potrebbe a breve ottenere una sorta di rappresentanza permanente e si è scagliato contro l’eccessiva speculazione di hedge fund nel settore energetico.

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