Standard & Poor’s prevede bassi dividendi per le banche italiane

 Standard & Poor’s, la principale agenzia di rating a livello internazionale, ne è sicura, per il settore bancario del nostro paese non ci sono buone notizie su cui fare affidamento: la società americana ha infatti pubblicato un apposito rapporto in tal senso, con il titolo che già fa intendere cosa ci si debba aspettare, “Le forti svalutazioni delle banche supportano il nostro punto di vista, secondo cui la redditività rimarrà bassa”. Quali elementi sono in possesso per giungere a una constatazione così netta? Come è noto, le ultime vicende economiche italiane hanno visto come protagoniste le agenzie di rating, accusate di speculare sulla crisi nazionale e di declassare le valutazioni in maniera scriteriata.

STANDARD & POOR’S CONSIDERA L’ITALIA UN RISCHIO PER L’EURO
In questa occasione, però, sembra ci sia stato un giudizio più ponderato. Entrando infatti maggiormente nel dettaglio statistico di questo documento, c’è da dire che Standard & Poor’s si è detta sicura circa il mantenimento di questa situazione non proprio incoraggiante anche nel corso dei prossimi anni; questo vuol dire che la grande maggioranza dei nostri istituti di credito sarà di fatto costretto ad adottare delle politiche molto conservative per quel che concerne la distribuzione dei dividendi. Gli azionisti, pertanto, non possono nutrire grandi speranze nel futuro, mentre il presente sta riservando delle preoccupanti cancellazioni e diminuzioni delle cedole, un trend che dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi.

LA CEDOLA BASSA DI INTESA E’ UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO

La stessa agenzia, poi, si è soffermata su altri punti piuttosto interessanti. Ad esempio, è stato riconosciuto ampiamente come alcuni istituti di credito italiani siano cresciuti a un buon ritmo per quel che riguarda le dimensioni, così come avvenuto negli Stati Uniti e nel continente europeo, ma se proprio bisogna riconoscere un difetto, esso lo si può trovare nelle acquisizioni di business in una fase in cui l’economia si stava caratterizzando per le sue performance positive (il riferimento va senza dubbio agli aggiustamenti strutturali).

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