Fase di stallo per le trattative tra Yahoo e Alibaba

 Il board di Yahoo deve nuovamente fare i conti con le nuove pressioni degli azionisti in merito ai negoziati per vendere i suoi assets asiatici, una operazione che potrebbe essere in grado di generare oltre dieci miliardi di dollari: le trattative per la cessione della partecipazione in Alibaba Group Holding e le altre operazioni giapponesi sono giunte a una fase di stallo, anche perché si sono focalizzate soprattutto sugli aspetti fiscali della vicenda. Tra l’altro, la stessa compagnia di Sunnyvale dovrà rimpiazzare alcuni dei propri direttori e non bisogna dimenticare nemmeno la revisione delle opzioni strategiche, ragioni per cui queste pressioni potrebbero rivestire un ruolo determinante.

Yang a sorpresa: Yahoo potrebbe non essere ceduta

 Le ultime notizie relative alla possibile acquisizione di Yahoo fanno venire subito in mente il titolo di una celebre commedia di Shakespeare, “Molto rumore per nulla”: non si può pensare altrimenti dopo le innumerevoli offerte di compagnie multinazionali, ma soprattutto dopo la precisazione di ieri di Jerry Yang, cofondatore della società americana, il quale ha spiegato come la vendita potrebbe anche non essere necessaria. Le opzioni strategiche che il colosso di Sunnyvale sta percorrendo sono diverse, l’intento principale non è quindi necessariamente quello di una cessione, ma di venire incontro agli azionisti e di realizzare il maggior valore possibile.

Alibaba Group punta all’acquisizione di Yahoo

 Come cambiano i tempi: appena sei anni fa Yahoo pagava più di un miliardo di dollari per divenire il maggior investitore di Alibaba Group Holding, società informatica cinese: ora, lo stesso gruppo dell’ex Impero Celeste è pronto ad assestare un rilevamento nei confronti del colosso di Sunnyvale. L’ad della stessa Alibaba, Jack Ma, ne è convinto, l’interesse rimane altissimo e sono state superate tutte le questioni politiche e quelle finanziarie. C’è da precisare anzitutto che Yahoo ha appena licenziato il proprio ceo Carol Bartz e che detiene una quota del 40% del gruppo asiatico; l’ascesa di quest’ultimo è stata favorita sicuramente dalla progressiva scalata di potere di Ma fino ai vertici della compagnia che lui stesso ha fondato dodici anni fa.