L’isopensione è lo strumento che Tim e i sindacati hanno trovato per tagliare circa 2000 posti di lavoro. Vediamo insieme di cosa si tratta e perché è stato scelto.

L’isopensione è lo strumento che Tim e i sindacati hanno trovato per tagliare circa 2000 posti di lavoro. Vediamo insieme di cosa si tratta e perché è stato scelto.

E’ stato presentato con soddisfazione nel corso di una conferenza stampa a tre da parte del premier Giuseppe Conte e dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini il decreto sul reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni. Ma è tutto oro quel che riluce?

La Bce, sebbene in questi giorni sia passato quasi inosservato, lancia ancora una volta un monito nei confronti degli Stati membri per ciò che concerne il sistema previdenziale: la necessità di riformare le pensioni, secondo la banca centrale europea, è ancora alta se si vogliono salvare i conti pubblici.

Sta per scattare l’adeguamento dell’età pensionabile, in base alla normativa vigente, verso i 67 anni di età, per l’aumentata aspettativa della vita. Una norma che
Tra qualche giorno dovrebbero essere varati dal Governo i 3 decreti legge legati alla messa in atto dell’Ape, la pensione anticipata con “prestito”: una per ognuna delle differenti versioni messe a punto di questo “escamotage”.

Pensioni, un tema scottante. Ma bisognerà attendere la fine dell’afa e del mese di agosto per riparlarne. I sindacati vanno in vacanza consapevoli di aver lavorato sodo per proteggere tutte le categorie e a settembre prenderanno nuovamente il loro posto al tavolo delle trattative con il Governo.

Durante lo scorso anno la spesa totale relativa alle prestazioni pensionistiche ha oltrepassato i 277 miliardi di euro, con un incremento dell’1,6% sul 2013: l’incidenza sul Pil è aumentata di 0,2 punti percentuali, dal 16,97% al 17,17%.
L’annuncio di Matteo Renzi relativo alla decisione di rinviare la flessibilità in tema di accesso alle pensioni provoca una forte protesta dei sindacati.
A seguito della mancanza di coperture il Governo rinvia la manovra sulla flessibilità in uscita riguardante le pensioni. Nulla di fatto, dunque.
Successivamente alla sentenza della Consulta sul mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita, deciso dall’esecutivo Monti con il decreto Salva Italia per il biennio 2012-2013, il Governo ha approvato il decreto relativo al nodo pensioni.
Il ministro dell’Economia Padoan ha dichiarato di essere contrario all’idea di abbassamento dei requisiti pensionistici riguardo a quelli oggi in atto, parlando, perfino, di un
Gli Stati Uniti rischiano il default. E’ quanto ha affermato il presidente Barack Obama prima del suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca per il secondo mandato consecutivo, previsto per il 21 gennaio. Si riaccende così la battaglia tra Democratici e Repubblicani sull’aumento del limite legale dell’indebitamento pubblico, che attualmente è a 16.400 miliardi di dollari. Il tetto del debito pubblico è già stato superato sul finire dello scorso anno, per cui urge una soluzione in tempi brevi per evitare un clamoroso default tecnico.
Nel maxi-emendamento alla manovra presentato dal nuovo esecutivo alla Commissione Bilancio della Camera una serie di misure interessanti per quello che ormai tutti chiamano il decreto “Salva Italia“: sotto l’obiettivo la perequazione delle pensioni nel 2012 fino a 1.400 euro, l’anno prossimo quindi saranno indicizzate le pensioni fino a 1.400 euro (circa l’80% delle pensioni corrisposte dall’INPS), mentre nel 2013 la perequazione verrà applicata alle pensioni che superano il tetto di 900 euro. Il gettito che verrà meno sarà coperto da un contributo di solidarietà sulle pensioni oltre i 200 mila euro l’anno: a queste sarà applicata un´imposta pari al 15% sulla parte eccedente i 200 mila euro. Inoltre, il maxiemendamento contiene misure quanto riguarda le pensioni anticipate: molti erano pronti a lasciare il lavoro nel giro di pochi mesi e quindi si apre la possibilità di un periodo di transizione per l’applicazione della nuova norma, in modo che chi aveva già programmato la pensione non subisca bruschi rinvii.
Sul sito dell’Inps, è facile notare come In Italia sia possibile andare in pensione con due sistemi: per anzianità e per vecchiaia. In pratica chi ha maturato 35 anni di contributi, grazie alla pensione di anzianità, può andare in pensione anche prima dei 60 anni. Comportano quindi la possibilità, raggiunto un tot di anni di contributi, di uscire dal lavoro a un’età anticipata rispetto a quella della pensione di vecchiaia. Questo succede fino ad oggi, per il futuro infatti sono previste delle modifiche: ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pressato dall’Europa, ha aperto alla possibilità di eliminare definitivamente il sistema di anzianità, uniformarsi all’Europa e portare l’età pensionabile a 67 anni.