Eni utile 2012 sale del 13,6% a 7,8 miliardi

 I risultati preliminari dell’esercizio 2012 hanno evidenziato la capacità di Eni di battere le attese a livello operativo. Nessuna novità, invece, dal fronte dividendi. A Piazza Affari le azioni del Cane a Sei Zampe mostrano un rialzo del 2,48% a 17,75 euro. Sale di riflesso anche la controllata Saipem, che guadagna quasi un punto percentuale. Eni ha finora toccato un massimo intraday a 17,84 euro, ovvero il livello più alto degli ultimi sette giorni, ed è momentaneamente il miglior titolo quotato sul listino FTSE MIB. Nel 2012 Eni ha registrato un utile netto di 7,79 miliardi di euro.

Rispetto al 2011, quando la società petrolifera guidata da Paolo Scaroni aveva totalizzato profitti per 6,86 miliardi, c’è stato un aumento del risultato netto del 13,6%. L’utile operativo adjusted, invece, è aumentato del 14,6% a 19,75 miliardi di euro, escludendo il contributo di Snam (+20,2%). Nel quarto trimestre del 2012 l’utile netto di Eni è cresciuto a 1,46 miliardi di euro, rispetto agli 1,28 miliardi registrati nello stesso periodo del 2011.

SAIPEM: UTILE IV TRIMESTRE 2012 IN CALO DEL 30%

L’utile operativo adjusted delle continuing operations è salito del 17% a 4,96 miliardi di euro, oltre le attese degli analisti che si aspettavano un risultato pari a 4,5 miliardi. L’utile netto dell’ultimo trimestre, invece, è leggermente sotto le stime di consenso (1,5 miliardi). A fine 2012 il cash flow è risultato pari a 12,42 miliardi di euro. Cambia, invece, la struttura patrimoniale per effetto della cessione di una quota di Snam e del deconsolidamento del debito della controllata attiva nel settore del gas. Il debito netto è sceso a 15,45 miliardi di euro.

SAIPEM: PROFIT WARNING 2012-2013

Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea dei cosi un dividendo pari a 1,08 euro, in crescita rispetto a 1,04 euro dell’anno precedente.Un acconto sul dividendo di 0,54 euro è stato già distribuito a settembre scorso, la restante parte sarà pagata il 23 maggio 2013. Per il 2013 c’è maggiore incertezza sull’andamento dei conti, con Eni che ha assunto come prezzo medio annuo del marker Brent a 90 dollari al barile.

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