Nonostante un accordo trovato in extremis, il debito pubblico italiano sembra pesare e non poco sul bilancio finanziario europeo, almeno stando a ciò che si evince dal bollettino mensile di dicembre della BCE.

Nonostante un accordo trovato in extremis, il debito pubblico italiano sembra pesare e non poco sul bilancio finanziario europeo, almeno stando a ciò che si evince dal bollettino mensile di dicembre della BCE.

Non hanno fatto affatto bene alla Borsa statunitense le tensioni tra il presidente Donald Trump e la Federal Reserve: i mercati americani hanno subito una fortissima pressione ed hanno dato vita a quella che verrà ricordata come la peggiore Vigilia per Wall Street.

L’azionista Malcalza fa saltare l’aumento di capitale di Carige e dopo l’assemblea successiva al fatto il cda si spacca, perdendo pezzi in un momento nel quale l’unità avrebbe dovuto non essere l’elemento mancante.

Nessun archivio delle fatturazioni elettroniche per l’Agenzia delle Entrate: il Garante della Privacy ha infatti sancito che l’ente dovrà limitarsi a memorizzare solo i dati fiscali necessari per i controlli automatizzati al fine di difendere i diritti dei cittadini.

Esprime contentezza per il risultato raggiunto Matteo Salvini, intervistato sul tema manovra da Radio Anch’io, ma non intende fare la figura di colui che prima ha promesso pugno duro e poi ha ceduto. E questo appare palese dalle sue parole.

Nessuna procedura d’infrazione per la manovra: l’Italia conquista all’ultimo momento la libertà da una conseguenza dell’operato governativo che avrebbe potuto avere effetti devastanti sulla nostra economia. La correzione è stata sensibile ed ha portato, se non ancora ad un contesto ottimale, per lo meno a tirare un sospiro di sollievo.

Donald Trump non ci sta a lasciare agli altri il controllo,soprattutto quando si parla di economia e non ci pensa due volte a “minacciare” la la Fed in merito al rialzo dei tassi di interesse che, secondo lui, non dovrebbe accadere.

Quello da poco superato non sarà il primo shock dei mercati e non sarà nemmeno l’ultimo vissuto dagli stessi. E questo l’allarme lanciato dalla Bri, la banca dei regolamenti internazionali nel suo rapporto trimestrale recentemente diffuso.

Nonostante una flebile speranza di rinvio si è verificato quello che tutti gli analisti si aspettavano: Mario Draghi ha confermato la fine del quantitative easing come era stato annunciato precedentemente dalla BCE.

“Non ci siamo ancora“: ha commentato in questo modo la manovra italiana il Commissario Europeo agli Affari Economici Pierre Moscovici, pur sottolineando che qualche passo in avanti è stato fatto.

Passano i mesi, cambiano gli amministratori delegati ma Vivendi non ci sta a perdere, soprattutto all’interno di Telecom Italia: non stupisce quindi che abbia convocato un’assemblea per revocare i consiglieri in quota Elliott. La domanda sorge spontanea: qualcuno prima o poi penserà al bene dell’azienda?

Banco Bpm ha scelto Elliott e Credito Fondiario per potersi liberare dal peso dei crediti deteriorati. Si tratta per l’istituto bancario dell’ultima cessione “massiva” di non performing loans per una cifra che potrebbe superare i 7 miliardi.

Uber accelera i tempi riguardanti il suo sbarco in Borsa, rendendo noto, sebbene in modo confidenziale consegnando la documentazione alla Sec, che il suo sbarco in borsa potrebbe avvenire addirittura nel primo trimestre del prossimo anno.

Alitalia ritrova il suo terzo commissario straordinario dopo l’addio di Luigi Gubitosi, divenuto nuovo amministratore delegato di Tim. Il “fortunato” è l’avvocato Daniele Discepolo. A dare notizia della nomina è stato lo stesso Ministero dello Sviluppo economico.
