Trump vuole Powell alla Fed ed il dollaro cala

Donald Trump vuole Jerome Powell presidente della Fed e mentre si sussurra che abbia già avvertito di ciò il diretto interessato, sulla linea delle indiscrezioni in tal senso il dollaro ricomincia a scendere. In attesa di ascoltare l’uomo alla banca centrale, è evidente che la moneta verde non rimanga immune da contraccolpi.

Fed pronta ad alzare i tassi

Lo avevano preannunciato. Il 2015 sarà l’anno della svolta per la politica monetaria americana, destinata a diventare meno accomodante nei confronti del resto del mondo soprattutto a seguito delle strategie promosse dall’Eurotower.

Titoli di stato: si allarga lo spread tra Btp e Bund

Non ci sono buone notizie tra quelle provenienti dal mercato europeo dei titoli di stato. Le valutazioni del Fondo Monetario e le (cattive) notizie provenienti dall’industria tedesca hanno condizionato il trend e allargato lo spread tra BTP e Bund a 147 punti segnando un aumento dei rendimenti. Il decennale settembre 2014 ha fatto registrare una quota di rendimento pari a 2,366%. 

FED non alzerà i tassi prima di fine 2014 secondo M&G Investments

 Le borse mondiali stanno recuperando quasi tutte le perdite accumulate nelle settimane precedenti, che avevano visto l’inizio di una brusca correzione sia delle azioni sia dei bond. La motivazione principale di questo sell-off improvviso è stata ricondotta alle dichiarazioni del numero uno della FED, Ben Bernanke, che lo scorso 19 giugno ha tracciato la road map della exit strategy dall’attuale politica monetaria ultra-espansiva. Bernanke non ha escluso la riduzione del piano di quantitative easing entro fine 2013 e addirittura l’azzeramento degli stimoli monetari entro metà del 2014.

Oro ai minimi dal 2010 dopo le mosse della Fed

 Il trend ribassista dell’oro sperimenta una nuova brusca accelerazione. Nel giro di tre giorni i prezzi si sono allontanati definitivamente dalla resistenza di area 1.400 dollari, per incamminarsi verso i minimi dell’anno toccati lo scorso 16 aprile a 1.321 dollari. L’approdo su questi livelli ha scatenato una forte attività degli operatori finanziari, che si è tradotta con il breakout esplosivo del supporto “psicologico” di area 1.300 dollari l’oncia. I prezzi hanno accelerato al ribasso fino a 1.377 dollari l’oncia. Si tratta del minimo più basso da ottobre 2010.

Fed continuerà a stampare denaro

 Gli investitori internazionali hanno tirato un sospiro di sollievo quando ieri pomeriggio Ben Bernanke, il numero uno della Federal Reserve, ha dichiarato che non ci sarà alcuna interruzione del piano di quantitative easing da 85 miliardi di dollari. La Fed continuerà a stampare denaro, acquistando sul mercato bond e asset-backed securities. I mercati finanziari continueranno ad essere inondati di liquidità, vero motore della crescita senza freni delle borse mondiali. Il tutto mentre l’economia reale dei paesi occidentali arranca e aumentano le distorsioni sui mercati obbligazionari globali.