Piazza Affari: chiusura rosso fuoco dopo dimissioni di Stark

 Il programma di acquisto dei titoli Italiani e spagnoli da parte della Bce accende le polemiche interne che dividono il board della Banca Centrale Europea manifestando i gravi problemi di cui si vocifera già da tempo; la giornata culmina con le dimissioni di Juergen Stark che a quanto pare dovevano essere date a mercati chiusi (i compratori che non cedono alle paure dell’overnight, ringraziano) ma grazie a Reuters la notizia è trapelata in giornata.

Immediata la risposta sul mercato: crolla Euro/Dollaro che peggiora la sua situazione di debolezza a favore del Dollaro Usa fino ad un bottom di 1.3616. L’azionario, anche sulla scia del Dow Jones, scende verticalmente per confermare l’ennesimo venerdì rosso di Piazza Affari che cede il 4.93% sotto la pressione di vendite altissime (ricordiamo che è ancora in vigore il divieto di vendite allo scoperto) mentre Wall Street si allinea alla tendenza sfiorando quota 11000.

Come si poteva immaginare il settore bancario è quello più colpito: l’indice settoriale registra un deciso -6.68% a fine giornata, con Unicredit che cede il 7.87% e Intesa San Paolo subito dietro con una perdita del 7.38%. Seguono gli assicurativi ed anche Fiat sfiora il 7% di “rosso” nonostante le buone notizie della giornata di ieri. Siamo quindi in recessione?

Non ancora, ma basta una spinta a quanto pare e se presto non si prenderanno decisioni importanti (di cui sicuramente si discuterà nel week-end) atte anche a solidificare il ruolo della Bce allora la strada e segnata ed il cammino irreversibile. Il Mib non è ancora sotto al minimo del 6 Settembre di 13824, che resta e si conferma punto di pericolo massimo.

Inevitabili le polemiche poi sul ruolo della Germania; le continue voci sull’uscita forzata dall’UE di Paesi con gravi problemi strutturali (vedi Grecia) alimentano la diffidenza verso l’Euro e sciolgono quella già debole sensazione di Unione che doveva ispirare la Moneta Unica. In questo senso la differenza tra noi e gli Stati Uniti è netta; Obama ha appena proposto un piano da 447 miliardi di Dollari, mentre noi decidiamo chi scartare e lasciare indietro un Paese intero.

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