Opec: il caro greggio deriva dalla speculazione, ma Arabia Saudita annuncia aumento produzione

La speculazione è all’origine del caro petrolio, vicino ai 140 dollari al barile. Ne è convinta la maggior parte dei paesi produttori, che ieri si sono confrontati con gli stati consumatori alla conferenza di Gedda, in Arabia Saudita. Presenti i ministri per l’Energia di oltre 30 paesi. L’Arabia Saudita ed il Kuwait dichiarano che l’Opec dovrebbe aumentare la produzione se il mercato lo dovesse richiedere. L’Arabia Saudita ha infatti deciso di aumentare ulteriormente, entro luglio, la propria produzione di greggio, portandola a 9,7 milioni di barili il giorno: lo ha annunciato re Abdullah in apertura dei lavori del vertice di Gedda, dedicato appunto al rincaro dei prezzi petroliferi e alle sue conseguenze.


Il presidente Opec Shakib Khelil definisce invece «equilibrato» l’andamento del mercato del petrolio e non vede per ora la necessità di aumentare la produzione per ottenere una riduzione sui prezzi. Secondo il presidente dell’Opec, le ragioni dell’aumento del prezzo del barile sono: innanzitutto la crisi finanziaria negli Usa, e in secondo piano la speculazione. La decisione dell’Arabia Saudita di aumentare la produzione di petrolio per contrastare i timori di impatto sull’inflazione ha quindi aperto divisioni nell’Opec.

Secondo l’organizzazione “La produzione e’ in equilibrio.

Perche’ dovremmo avere problemi di produzione se la domanda e’ in calo? Riteniamo che la speculazione abbia il suo peso – ha detto Khelil – Secondo noi, in questa fase dobbiamo studiare il mercato, ci riuniremo a settembre per prendere una decisione su un eventuale aumento di produzione.

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