Quanto è complesso fare “impresa” in Italia

Fare l’imprenditore di questi tempi non è semplice, probabilmente non lo è mai stato, nel carattere di chi fa impresa elementi come tenacia e perseveranza sono aspetti fondamentali, però in Italia non basta.
Nel nostro paese avviare un’attività ha dei costi elevati rispetto agli altri paesi. La partenza o se preferite la fase di “start-up” costa da noi, ben undici volte di più di quanto non costi in Francia.
In Italia per iniziare servono almeno 3500 euro, per quanto riguarda l’Europa, in Francia bastano 300 euro, nel Regno Unito 207 euro ed in Irlanda solo 95 euro, il paese dove però si paga meno è la Nuova Zelanda, qui le aziende per iniziare spendono solo 41 euro.


I problemi per i nostri imprenditori non si limitano all’esborso economico iniziale ma soprattutto si completano considerando la conflittualità con l’apparato burocratico.
Da una ricerca fatta dal Censis in collaborazione con Confcommercio chi vuole mettersi in proprio deve dedicare almeno due settimane per girare in nove uffici diversi, considerate che in Svezia tutto si fa in un solo ufficio,gestire gli aspetti burocratici richiede troppo tempo, Matteo Colaninno presidente dei giovani di Confindustria dice:

Non penso che aumentando i pacchi di carta o il numero dei passaggi burocratici che si rende più trasparente l’impresa verso il mercato. Anzi, la burocrazia ha senso se ha obiettivi nobili. E’ invece in questa maniera tende soltanto ad affaticare le imprese italiane. Soprattutto le imprese piccole. Non possiamo non tenere conto che ogni passaggio burocratico è un costo. Spesso un costo impegnativo. Le imprese italiane hanno bisogno di tutela.

Il dato che le aziende in Italia aumentano dimostra che “la voglia di fare nonostante tutto” è determinante, però il dato drammatico che il tasso di crescita delle aziende è in rallentamento, dal 1,6% è sceso al 1,2%.
Completiamo il quadro arrivando al tema “TASSE”, nel nostro paese pesano per il 76% degli utili d’impresa, quando nei paesi Ocse la media è 47,8%, ma oltre a pagare di più ci mettiamo anche più tempo a pagarle. Sempre secondo lo studio fatto dal Censis, un imprenditore dedica 360 ore per pagarle.
Colaninno propone una idea interessante al Governo, vale a dire introdurre “l’autocertificazione” anche nel mondo delle imprese, per tutto quello che non è soggetto ad autorizzazioni specifiche.
Via|Corriere della Sera

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