Una moneta parallela che non ha valore: è così che Bankitalia definisce quei “pagherò” su carta per i quali nel web si possono trovare anche dei modelli ufficiali. E torna ad avvertire l’utenza: non corrispondono a denaro e non lo faranno mai.

Una moneta parallela che non ha valore: è così che Bankitalia definisce quei “pagherò” su carta per i quali nel web si possono trovare anche dei modelli ufficiali. E torna ad avvertire l’utenza: non corrispondono a denaro e non lo faranno mai.

Ignazio Visco non gira attorno alle parole nel corso del suo intervento all’Aaron Institute for Economic Policy Conference 2019 in Israele: l’Italia deve ridurre il debito e lo spread e farlo ora se davvero vuole aiutare le famiglie italiane.

Le riserve auree di Bankitalia stanno impegnando le cronache economiche internazionali più di quanto dovrebbero: la causa? La voglia di spiegazioni da parte dell’Europa in merito a voci che vorrebbero il Governo usarle a proprio piacimento.

L’Unione Europea non è rimasta zitta dopo aver seguito negli ultimi giorni gli interventi di attacco nei confronti di Bankitalia e Consob da parte dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio che parlano di azzeramenti e sottolinea come sia necessario che rimangano degli enti indipendenti.

La soluzione migliore per Banca Carige? Senza ombra di dubbio l’aggregazione: almeno stando alle parole del vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta. Una mossa anche auspicata dall’Europa che dovrebbe essere in grado di placare tutte le criticità.

Bankitalia chiude il 2017 con il botto, archiviando un utile netto di 3,9 miliardi di euro: un risultato incredibile che darà modo di versare nelle casse dello Stato 4,9 miliardi di euro tra il dividendo relativo all’anno appena trascorso ed altre competenze.

Ignazio Visco, in audizione presso la Commissione Banche ne ha per tutti: il governatore di Bankitalia traccia uno spaccato molto diretto di quella che è stata la crisi degli istituti italiani, tra motivazione e crediti deteriorati, non mancando di dare colpe e meriti a chi di dovere.

Quello della sfiducia al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, non può essere altro che considerato un brutto pasticcio della politica italiana che rischierà di riflettersi sull’economia del paese. Perché richiedere la rimozione a fine mandato?

Bankitalia è perentoria: è necessario far scendere il debito pubblico e tagliare le spese ma senza toccare le pensioni. E mentre le audizioni del parlamento sulla manovra son già iniziate, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan deve iniziare ad illustrare la Legge di Bilancio 2018.

E’ necessario che le banche Italiane tornino a guadagnare dopo un quinquennio nel quale la loro redditività è stata pressoché nullo. E servono tagli ai costi: poco importa che vi siano da prendere decisioni drastiche in ogni settore che le riguarda.

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha nuovamente difeso le mosse della Vigilanza e del governo sul caso delle quattro banche (Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti) messe in risoluzione alla fine del 2015 con il coinvolgimento diretto dei risparmiatori, che si sono visti azzerare azioni e bond subordinati.

Come è iniziato il 2015 per i gruppi di credito italiano? Bankitalia ha reso note le principali voci di bilancio, facendo una riflessione sull’apporto fornito fino a questo momento dalla Bce in termini di aste e Quantitative Easing:
Non c’è pace per il debito pubblico italiano, che continua clamorosamente a salire nonostante la tassazione a livelli record, la discesa dello spread e il doloroso piano di austerità che si protrae ormai da un paio d’anni. A maggio è stato aggiornato un nuovo record negativo, che mette il governo Letta in una difficile situazione proprio mentre si discute delle modalità di copertura di importanti voci di entrata momentaneamente sospese (Imu sulla prima casa) o rinviate (aumento dell’Iva al 22%).
L’ultimo bollettino economico diramato dalla Banca d’Italia invita l’Italia a proseguire “con politiche economiche efficaci e credibili, che interrompano la spirale recessiva in atto quasi ininterrottamente dal 2008”. Inoltre, prosegue l’istituto banchiere precisa che è necessario “evitare che incertezze nel quadro interno e il riemergere di turbolenze nell’area dell’euro minaccino le prospettive di ripresa”. Inviti – almeno per il momento – disattesi, che Bankitalia riproporrà anche nei prossimi mesi.