Brutte notizie per i mutui a tasso variabile: l’ Euribor tocca livelli record. Vediamo come cambia la rata

 La crisi dei mutui subprime continua a colpire e questa volta a subire i danni saranno i sottoscrittori dei mutui a tasso variabile. Le turbolenze della scorsa settimana hanno portato nuova incertezza nei mercati finanziari e se da una parte abbiamo visto scendere i mercati borsistici, conseguenze negative si sono avute anche nel mercato monetario. L’ Euribor, il tasso interbancario europeo è salito a livelli record dal 2000 proprio a causa della sfiducia che le banche adesso hanno le une nei confronti delle altre (con sfiducia intendiamo una più alta percezione del rischio che giustifica tassi di interesse più alti). Scendendo nel dettaglio vediamo che l’Euribor ad un mese è arrivato a quota 4,976%, l’Euribor a tre mesi ha toccato il 5,066%, quello a sei mesi il 5,276%.

E’ significativo inoltre evidenziare il forte rialzo messo a segno nell’ultima settimana: 45 punti base per l’Euribor ad un mese fanno capire quanto forte sia stato l’effetto delle brutte notizie arrivate dagli Stati Uniti.

Nel grafico sopra potete vedere l’andamento del tasso Euribor a 1 mese nell’ultimo anno. La continua salita che si può osservare è preoccupante perché l’Euribor non è solo il tasso a cui le banche si prestano soldi tra di loro, ma anche il tasso che è preso a riferimento per il calcolo delle rate dei mutui a tasso variabile (solitamente Euribor + uno spread intorno al punto percentuale). Già l’anno scorso a novembre, in occasione del repentino aumento che si può osservare dal grafico le associazioni dei consumatori si dissero preoccupate per i possibili aumenti (stimati fino a 400 euro l’anno per ogni mutuo intorno ai 100’000 euro). Per avere idea dei possibili effetti di un aumento di 50 punti base su un mutuo stipulato a 10 anni si può osservare lo schema qui sotto: 50 punti base corrispondono a circa 20 euro mensili di aumento.

photocredit: servizidiborsa

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