Goldman Sachs consiglia di aprire posizioni short su S&P500

 Ieri sera gli indici azionari americani hanno chiuso in forte calo, a seguito del downgrade effettuato dall’agenzia di rating Moody’s su ben 15 grandi banche di rilievo internazionale. Nel novero delle bocciature di Moody’s sono entrate anche le prime cinque banche statunitensi, ovvero Citigroup, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan e Bank of America. Solo quest’ultima ha ricevuto un taglio del rating di un solo livello, mentre per le altre è avvenuto un downgrade di due notch. Tra le big bank a stelle e strisce, Morgan Stanley è quella che preoccupa di più.

Morgan Stanley ha ora un rating (“Baa1”) di appena tre gradini superiore al livello “junk”, ovvero spazzatura. La banca aveva fatto sapere che un eventuale downgrade di tre livelli avrebbe impattato quasi fino a 10 miliardi di dollari sui conti della banca. Insomma, la situazione appare molto complicata. Il taglio di Moody’s, che ha riguardato anche diverse big del credito europeo (tra cui Deutsche Bank, Credit Suisse e Royal Bank of Scotland), ha fatto crollare gli indici USA.

RATING 15 GRANDI BANCHE MONDIALI TAGLIATO DA MOODY’S

Ieri sera l’indice Dow Jones ha chiuso con un calo dell’1,96%, mentre l’indice S&P500 ha evidenziato una flessione del 2,23%. Più marcata la caduta del Nasdaq-100, che ha peerso il 2,53%. Wall Street è in sofferenza anche per le attese di rallentamento economico, come prospettato nell’ultima riunione della Federal Reserve. Bernanke ha tagliato le stime di crescita per il biennio 2012-2014 e aumentato l’asticella sul tasso di disoccupazione.

PREVISIONI BORSE MONDIALI 2012

Il numero uno della FED non ha varato nuove misure di allentamento quantitativo peer arginare la crisi, ma si è limitato solo ad estendere l’operazione Twist per altri 267 miliardi di dollari fino alla fine dell’anno. Secondo Goldman Sachs è opportuno aprire posizioni corte sull’indice S&P500, in quanto gli analisti della banca d’affari americana si aspettano movimenti ribassisti nelle prossime settimane. La sofferenza dei listini statunitensi fa da contraltare alla forza del dollaro americano e dei T-Bond USA, sempre più beni rifugio in questa fase di turbolenza finanziaria.

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