Unicredit si tira fuori dalle trattative per l’acquisizione di Monte Paschi di Siena, lasciando il Ministero delle Finanze a dover decidere il da farsi per dare vita alla cessione richiesta dagli accordi presi con la Commissione Europea.

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Unicredit si tira fuori dalle trattative per l’acquisizione di Monte Paschi di Siena, lasciando il Ministero delle Finanze a dover decidere il da farsi per dare vita alla cessione richiesta dagli accordi presi con la Commissione Europea.

MPS è senza dubbio una delle banche più osservate in modo speciale nelle ultime settimane da parte di investitori e non. La necessità di una fusione per poter rispondere alle richieste dell’Unione Europea al fine di sbloccare la posizione del governo all’interno del suo consiglio di amministrazione si sta facendo pressante e si pensa che l’arrivo di Mario Draghi al governo possa facilitare l’iter da seguire.

Niente fusione di MPS con Unicredit: è questa la richiesta del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani al governo. Un’operazione di questo genere porterebbe, secondo il governatore, a una forte crisi occupazionale.

Unicredit avrebbe effettivamente aperto la porta al salvataggio di MPS, almeno stando a ciò che sostiene Milano Finanza, per la quale l’ad Jean Pierre Mustier sembrerebbe intenzionato a trovare una quadra con il ministero dell’Economia sull’operazione.

Possibile una fusione MPS-Unicredit? Nessuno conferma e in tanti smentiscono: quando una voce di questo genere inizia a girare nei palazzi dell’economia, non bisogna dare per scontato che si tratti di indiscrezioni senza senso.

Raggiungere i vecchi fasti del passato ed una stabilità necessaria, anche in virtù della sua composizione azionaria: è in questo quadro che deve essere accolta positivamente la cessione da parte di Mps di ben 455 milioni di crediti deteriorati a Cerberus Capital i quali, sommati a quelli ceduti ad Illimity Bank (700 milioni, N.d.R.) portano la banca toscana ad una liberazione totale di Npl pari a 1,15 miliardi.
