Antitrust multa Poste italiane

 Per Poste Italiane una multa da 4 milioni di euro: abuso di posizione dominante nel mercato liberalizzato del recapito, é l’esito dell’istruttoria svolta dall’ Antitrust. L’Authority ha individuato alcuni comportamenti “atti a gettare discredito sull’ attività dei concorrenti e a ostacolarne l’ offerta” nonostante l’azienda, chiamata a rispondere, abbia sempre sottolineato ai commissari di aver rispettato le regole della concorrenza e del mercato e dopo la sentenza dell’Antitrust ha dato mandato ai legali di ricorrere al Tar contro il provvedimento.

Alitalia multata dall’Antitrust ricorre al TAR

 Alitalia si rivolge al Tar del Lazio per le multe inflitte lo scorso 28 aprile dall’Antitrust. L’Autority ha penalizzato a una serie di compagnie aeree per pratiche commerciali scorrette relative alla mancata inclusione nel prezzo dei biglietti aerei online della commissione per il pagamento con carta di credito. Tale commissione infatti rappresenta un costo aggiuntivo che rimane sconosciuto quasi fino alla fine dell’acquisto, viene infatti applicato solo al termine del processo di prenotazione. Nel ricorso Alitalia chiede di cancellare la multa di 105mila euro sostenendo la legittimità di tale pratica commerciale.

Multa da 800 milioni di dollari per Siemens: corruzione

 Una multa record di 800 milioni di dollari (450 milioni di dollari da consegnare al dipartimento di Giustizia Usa e 350 milioni per la Sec, la Commissione di controllo della Borsa statunitense) per la Siemens. L’accusa arriva dalle autorità statunitensi: aver corrotto alti ufficiali governativi in vari Paesi del mondo, per ottenere assegnazioni di appalti (una fornitura di attrezzature mediche in Russia tra il 2000 e il 2007, un progetto riguardante la carta d’identità in Argentina tra il 1998 e il 2004, la realizzazione di una linea di trasmissione ad alta tensione in Cina, tra il 2002 e il 2203, le linee della metropolitana in Venezuela).

Lo scandalo sulle attività illecite della multinazionale è esploso nel 2006. Secondo le accuse, la società avrebbe sistematicamente pagato tangenti tra il marzo 2001 e il settembre 2007: la Sec ne ha contate almeno 4.283 per un ammontare di 1,4 miliardi di dollari. Secondo gli inquirenti, sono circa 300 i dipendenti compromessi con queste attività illecite. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di alcuni dirigenti di alto livello, tra i quali il direttore generale Klaus Kleinfel e il suo predecessore e presidente Heinrich von Piere.